00:00 5 Gennaio 2015

In arrivo i primi warming stratosferici: quali conseguenze?

Dalla seconda metà di gennaio, l'allungamento progressivo delle giornate agevolerà l'intervento dei primi surriscaldamenti stratosferici del tutto fisiologici nel momento in cui la stagione tende ad avanzare. anche se fino a questo momento con scarse conseguenze sull'inverno di casa nostra.

A livello stratosferico, l’arrivo di gennaio sancisce solitamente il primo, lieve allungamento della durata del giorno, il cui inesorabile processo determina tra le altre cose, un cambio d’angolazione con la quale la nostra atmosfera riceve i raggi solari. La stratosfera è caratterizzata da una estrema rarefazione dell’aria, in buona sostanza a quote superiori i 10-12 mila metri, la densità della miscela gassosa è di solo l’1% rispetto alla densità raggiunta dalla troposfera negli strati prossimi al suolo. A queste quote atmosferiche quindi, occorre molta meno energia ed una mutazione anche lieve dei parametri di irraggiamento solare e concentrazione di Ozono per determinare raffreddamenti o surriscaldamenti improvvisi della colonna d’aria, anche dell’ordine di molte decine di gradi nel giro di pochissimo tempo.

I famigerati "warming stratosferici" tendono ad essere influenzati proprio dal differente orientamento dei raggi solari in conseguenza del periodo stagionale. L’apice del raffreddamento stratosferico, spesso e volentieri coincide con la terza decade dicembrina, momento nel quale la durata minima del giorno favorisce un forte raffreddamento radiativo nella colonna d’aria in stratosfera.

L’arrivo di gennaio sancisce sovente l’intervento dei primi "warming stratosferici" e questi surriscaldamenti della colonna d’aria stratosferica sono principalmente dovuti all’aumentare della radiazione solare. Gennaio 2015 non sembra voler fare differenza, nonostante l’evidente ritardo che caratterizza il ricompattamento del Vortice Polare in troposfera (testimoniato tra l’altro dal mancato superamento della soglia del NAM), questa prima metà di gennaio porta con sè i primi, modesti surriscaldamenti della temperatura in sede stratosferica.

Un aumento della temperatura che andrà concretizzandosi sui settori canadesi e che, con tutta probabilità, porterà una modesta azione di disturbo anche a carico del Vortice Polare Troposferico, il quale potrebbe manifestare segni di irrequietezza con l’arrivo della terza ed ultima decade di gennaio. Inizialmente è stata preventivata una dinamica di tipo "split", cioè la suddivisione del Vortice Polare Stratosferico in due lobi distinti, i cui effetti sui livelli più bassi dell’atmosfera sarebbero poco immaginabili. Questa dinamica è poi stata smentita, lo split, che sarà essenzialmente di tipo termico, durerà lo spazio di pochissimo tempo e sarà seguito da un ricompattamento della struttura già dalla seconda metà di gennaio.

In questo frangente la stratosfera avrà poche carte in mano per operare una decisa azione di disturbo a carico del Vortice Polare nella sottostante troposfera.

A questo punto dovranno essere proprio le onde di calore nascenti "dal basso", ad intrudere la struttura del vortice sino a portarne una destrutturazione degli elementi portanti. In poche parole, se inverno sarà, le dinamiche verranno presumibilmente affidate ALLA SOLA TROPOSFERA, essendo scarso o ininfluente il comportamento degli strati atmosferici superiori. Una dinamica "Major Warming" di tipo split potrebbe manifestarsi in febbraio, a quel punto in ritardo per portare decisi effetti in chiave invernale sulla troposfera.

Amate l’inverno? A questo punto non resta altro che dirvi, "sperate nella troposfera, non puntate troppo gli occhi nella stratosfera".

 

Autore : William Demasi