00:00 5 Maggio 2014

Il temporale milanese di sabato 3 maggio: qualcosa da imparare…

Previsti soprattutto ad est, i temporali invece hanno visitato anche il settore occidentale del nord. Perchè?

Di solito il confine di questo tipo di temporali da nord è il fiume Adda, stavolta l’aria umida che affluiva nei bassi strati dai quadranti orientali, l’insolazione e il flusso di aria fresca ma secca che affluiva in quota da nord, hanno preparato una sorpresa anche più ad ovest.

Chiaro, man mano che si procedeva verso nord, l’influsso dell’aria umida nei bassi strati scemava ed infatti in Canton Ticino soffiava solo ed incontrastato il favonio, mentre scendendo verso sud, il contrasto tra le masse d’aria diventava sempre più palese.

Una circolazione incrociata destinata insomma a scatenare un temporale particolarmente spettacolare, dalla figliazione doppia. In pratica alle 18.30 tutta la nuvolosità cumuliforme sparsa in cielo si andava disgregando, perchè tutta l’energia si stava concentrando tra la Brianza e il Milanese, dove si stava originando la prima cella. Ecco infatti la grandine su Monza, poi tutto correva abbastanza rapido verso sud ovest.

Milano si è presa allora l’acquazzone, ma con shelf cloud, la nube a mensola accessoria che precede il fronte di raffica, non molto convincente, Tanti fulmini, pioggia pochina.

Ecco allora un altro nucleo, che sfruttava tutto il calore accumulato durante il giorno dai quartieri cittadini, unitamente all’apporto umido sopraggiunto da est nei bassi strati. La cella veniva poi spinta dalle correnti verso SW.

Così alla fine veniva colpita soprattutto tutta la campagna sud occidentale con rovesci intensi e qualche momento di grandine, per fortuna morbida.

Il temporale si esauriva poco prima delle 21.45.
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Autore : Alessio Grosso