L'avvezione di aria fredda prevista a cavallo tra Natale e Santo Stefano comincia ad essere tracciata in modo più netto e con meno remore anche dal modello matematico in nostro possesso.
Mentre nelle ultime 24 ore però sembrava dovesse il nord il predestinato a ricevere freddo e neve, ora l'ondata di gelo sembrerebbe estendersi anche alle regioni centrali, dove fra l'altro sembrerebbero arrivare nevicate consistenti in Appennino e sin sulle coste del medio Adriatico.
Al sud invece la quota neve risulterà più alta e ell'estremo sud, stante anche all'ultimo aggiornamento non farebbe nemmeno freddo.
Il settentrione non riceverebbe dunque precipitazioni di rilievo ma risentirebbe di un calo termico più marcato.
E qui la situazione si andrebbe complicando con l'anticiclone indeciso sul da farsi. Le mosse successive infatti potrebbero essere diverse:
1 se la corrente a getto seguitasse a spingere sarebbe naturale un suo lento sprfondamento verso il Mediterraneo (in questo caso il freddo rimarrebbe intrappolato al suolo per molti giorni ma non vi sarebbero più fenomeni)
2 se la corrente a getto rallentasse, cosa probabile seguendo l'indice AO, è probabile che l'anticiclone si sgretoli rapidamente sul suo bordo orientale consentendo l'affondo di una nuova saccatura per i primi di gennaio che andrebbe a rialimentare la nostra depressione mediterranea avviando una nuova fase perturbata
3 nel caso il getto si dividesse in due tronconi circumnavigando l'alta pressione a nord e a sud, ecco presentarsi l'ipotesi di un vortice ciclonico all'altezza dell'Iberia con richiamo mite da sud e nevicate da addolcimento in Valpadana dai primi di gennaio.
Come vedete la situazione si ingarbuglia ma sta diventando sempre più coinvolgente e stimolante per i previsori.