00:00 16 Febbraio 2018

Il meteo punto: cosa accadrà veramente nell’ultima parte di febbraio?

Qualche punto fermo c'è, ma i dubbi restano molti.

Le probabilità che un anticiclone emigri verso nord e si posizioni tra il Mar di Norvegia e l’Islanda tra fine febbraio e inizio marzo sono alte. E’ questo uno dei pochi punti fermi della bizzarra evoluzione che si prospetta nel corso dei prossimi giorni.

Il modello americano ha letteralmente perso "la bussola", segnale che le conseguenze del riscaldamento stratosferico hanno mandato in crisi le già (poche) certezze di questo modello.

Anche l’europeo ha tentennato in modo disastroso negli ultimi giorni ma stamane sembra deciso a confermare la fase depressionaria e relativamente fredda tra martedì 20 e venerdì 23 febbraio, mentre l’americano la snobba e il canadese non sa che pesci prendere.

A supportare il modello europeo stamane ci sono però molti altri modelli, tra cui il russo e il cinese, centri di calcolo che citiamo poco ma che in una simile delicata situazione aiutano a comprendere meglio chi sta ragionando meglio e chi no.

L’analisi più attendibile e "razionale" parte dunque dalla possibilità che:
-entro martedì 20 si faccia avanti verso l’Europa centrale e mediterranea una massa d’aria fredda in grado di determinare un peggioramento del tempo sull’Italia di carattere invernale con annessa depressione, che potrà favorire anche nevicate a quote basse, specie al centro e in particolare tra mercoledì 21 e giovedì 22.

dopo un breve intervallo è possibile che una seconda massa d’aria gelida si diriga da est verso ovest sull’Europa centrale, oppure che altri nuclei freddi ad intervalli la raggiungano con la stessa traiettoria, coinvolgendo anche l’Italia tra martedì 27 ed i primi di marzo.

Altre considerazioni sono le seguenti (da prendere con le dovute cautele):
i modelli leggono meglio le conseguenze del riscaldamento stratosferico nella prima decade di marzo ed è lì che tutta l’Europa, a tratti anche l’Italia, potrebbe essere colpita da affondi freddi reiterati e forieri di neve a quote basse.

Insomma c’è sempre "molto ghiaccio nel freezer": bisogna capire solo se resterà chiuso lì dentro o uscirà allo scoperto, dividendosi in blocchi come tanti piccoli iceberg. La partita è ancora tutta da giocare.

Autore : Alessio Grosso