00:00 27 Marzo 2014

Il “guasto” della prossima settimana: differenze salienti tra i modelli

Comprensibili divergenze modellistiche per il peggioramento della settimana prossima in Italia. Ecco tutti i dettagli.

La flebile zona di alta pressione che interesserà l’Italia tra il week-end e l’inizio della settimana prossima non sembra avere vita lunga. Troppo debole e scalfibile il suo tessuto, che verrà messo a dura prova dalle correnti perturbatrici di matrice atlantica in ingresso sul Bacino centro-occidentale del Mediterraneo.

Ci sono ovviamente differenze tra i tre principali modelli presenti in rete: l’americano, l’europeo e il candese. Il giorno preso come riferimento è giovedì 3 aprile.

La prima cartina che vedete poco sopra si riferisce alla pevisione del modello americano per la giornata in parola. Ingresso abbastanza netto della struttura perturbata sul Mediterraneo centro-occidentale e condizioni di maltempo soprattutto sulle due Isole Maggiori e i settori di ponente.

Notate l’alta pressione posizionata molto a nord e il lungo canale depressionario che si diparte dal Vicino Atlantico fino al Mediterraneo.

La seconda cartina inquadra la situazione attesa in Italia per il medesimo giorno, in base alla previsione del modello europeo.

Anche quest’oggi l’elaborazione mantiene grossomodo fede alla situazione esposta nella giornata di ieri e non è d’accordo con il collega americano.

Peggioramento ritardato di almeno 24-36 ore e con interessamento maggiore del nord Italia e parte delle regioni centrali. Viene esclusa la tesi dello sprofondamento della saccatura nel Mediterraneo, con il meridione che sarebbe interessato solo marginalmente dai fenomeni.

Il modello canadese, infine, si pone quasi in mezzo tra l’americano e l’europeo. Un primo affossamento saccaturale viene visto, ma sarà seguito da una nuova situazione di maltempo; questa, mantenendosi piu alta di latitudine, interesserebbe 24 ore dopo segnatamente il settentrione.

Detto in altre parole, secondo questa elaborazione le piogge bagnerebbero prima le Isole ( per l’intervento di un primo fronte) e successivamente il settentrione ( per l’intervento di un secondo fronte).

Al momento riteniamo più credibile la tesi del modello americano, che vede un guasto deciso in area mediterranea. Nei proissimi giorni continueremo a seguire questa interessante evoluzione.

 

Autore : Paolo Bonino