00:00 4 Gennaio 2008

Il giovane inverno cresce, quali progetti per il dopo neve?

Pausa di riflessione per il nostro redivivo inverno. Dopo la dimostrazione di forza di questi ultimi giorni si aprono gli interrogativi sul prossimo futuro

L’anticiclone punta alla Scandinavia e l’inverno irrompe a casa nostra. I diversi ingranaggi che comandano questo collaudato meccanismo hanno funzionato a dovere e la neve tanto attesa è arrivata su gran parte del nord.

La risalita della bolla anticiclonica atlantica verso le alte latitudini europee, avvenuta nei giorni scorsi, è stata disegnata dalla corrente a getto in uscita dal Canada dove un’importante propaggine del vortice polare si è incamminata verso l’oceano imboccando poi la via dell’Europa.

Ora questa pulsazione ciclonica tende lentamente concentrarsi sulle alte latitudini. La sua forza spingerà verso l’Islanda i suoi treni perturbati sotto il tiro di una corrente a getto in fase di accelerazione. Verrà cosi ripristinato il flusso zonale atlantico.

Quanto potrà durare questa fase occidentale di stampo non proprio tipicamente invernale? Statisticamente l’inerzia dinamica che si crea in una tale situazione mostra connotati notoriamente pigri e ci suggerisce un lasso di tempo mediamente compreso tra i 10 e i 15 giorni.

Il motivo che ci spinge ad accogliere la validità del supporto statistico parte dallo studio dell’attuale circolazione a livello emisferico. Scartata per ora l’azione disturbatrice della stratosfera infatti ecco che la fetta troposferica dovrà cavarsela nuovamente da sola.

La nuova onda invernale dovrebbe partire (come è accaduto per la fase attuale) dall’oceano Pacifico, con l’input iniziale dato dall’affievolimento dell’attività convettiva tropicale. Qualora poi l’indice PNA (che misura la pressione tra le alte e le medie latitudini del Pacifico settentrionale) cedesse come conseguenza a valori negativi, ecco la possibile intrusione anticiclonica subtropicale pacifica farsi strada verso le viscere del vortice polare lungo la via dello stretto di Bering.

Questa disposizione barica taglierebbe i viveri all’alimentazione artica del lobo canadese del vortice polare predisponendo un rallentamento della corrente a getto in uscita dal nord America. In questa circostanza la bolla subtropicale atlantica sarebbe agevolata a protendersi e ad isolarsi sul nord Europa fino a saldarsi con molta probabilità al redivivo anticiclone russo. Si ripeterebbe in tal modo il collaudato schema che ha portato a termine positivamente l’attuale progetto dell’inverno.
Autore : Luca Angelini