00:00 29 Dicembre 2009

Il gelido Capodanno del 1979 sul nord Europa

Probabilmente si tratta del Capodanno più freddo del secolo sul nord Europa. A Mosca toccati i -35° a Glasgow -14°. Caduti 4 metri di neve sul nord della Germania. Mediterraneo agli antipodi con giornata mite e libeccio furioso sul Tirreno

Fu un Capodanno veramente glaciale quello che sferzò tutta l’Europa centro settentrionale allo scoccare del 1979. Una imponente irruzione di aria artica riversò tutta la sua potenza sulla Russia dove la temperatura piombò su valori da primato che sfondarono il precedente record firmato 1904.

A Mosca il termomentro scese fino a -35° e la città fu avvolta in un sottile mantello bianco dal sapore impietosamente glaciale. La città di Kirov, posta circa 300km a sud-ovest del Cremlino, riusci a sfondare quota -55° e l’allora agenzia sovietica Tass raccomandava ad anziani e bambini di non uscire assolutamente di casa.

Violente bufere di neve resero davvero inospitale anche la Svezia dove nella provincia di Skane, decine di automobilisti si videro costretti a trascorrere il Capodanno intrappolati nelle loro auto sepolte dalla coltre bianca.

Circolazione paralizzata in Germania dove nelle regioni settentrionali si contarono ben 4 metri di neve deposti al suolo. Fu necessario mobilitare l’esercito con elicotteri e carri armati per soccorrere la popolazione in ginocchio.

Non sfuggirono neppure le solitamente miti isole Britanniche dove a Glasgow in Scozia la temperatura si inabissò fino a 14 gradi sotto zero e alcune zone nel nord dell’Inghilterra furono paralizzate dalla massa nevosa caduta dal cielo che superò in alcuni casi i 3 metri.

Belgio glaciale con la temperatura di Bruxelles che raggiunse le due cifre negative, ben -16°. Enormi disagi alla circolazione ferroviaria con scambi bloccati perfino nella stazione centrale della capitale.

A Parigi si passò in poche ore dai +12° ai -5° e le miti correnti atlantiche furono sostituite dal soffio glaciale dell’Artico che trasformò la pioggia in neve e le strade in autentiche lastre di ghiaccio con risvolti drammatici per la circolazione stradale.

Tutt’altra situazione sul nostro Paese dove la risposta subtropicale portò le temperature su valori primaverili anche in montagna. Il libeccio soffiò rabbiosamente sui bacini occidentali con violente mareggiate in Liguria e sui litorali tirrenici, causando danni notevoli anche alle imbarcazioni ormeggiate nei porti. Il vento superò infatti gli 80km/h e il mare raggiunse forza 8.
Autore : Luca Angelini