00:00 22 Dicembre 2015

Il dramma della siccità: nessuno ricorda il 2011? Sta per ripetersi?

Ecco cosa scrivevamo e cosa accadde nella tremenda stagione 2011. "La primavera italiana prosegue su connotati fortemente anomali, soprattutto dal punto di vista pluviometrico. Il nord e parte del centro i settori maggiormente colpiti dalla siccità".

Dall’articolo del 16 maggio 2011:
"Dopo un inverno che ha già dato poco di suo, ci si aspettava che la primavera fosse pronta a recuperare il tempo perso. E invece no, la precipitazioni che sono iniziate a mancare su alcune regioni italiane già nella seconda parte dell’inverno 2011, non sono state rimpiazzate neanche dalle ancor più prezione piogge primaverili".

E ancora: "questo quadro desolante prende dentro in particolare le nostre regioni settentrionali, allungandosi anche alla Toscana e alla costa marchigiana, come si evince dalla figura allegata ed elaborata dall’Istituto climatologico americano NOAA. Su questi settori la precentuale di precipitazioni nel mese di aprile, tanto per fare l’esempio in figura, è stata inferiore del 75% rispetto alla media degli ultimi 30 anni".

Il dato medio viene però ben testimoniato dai terreni aridi che ci si trova a incontrare attraversando ad esempio la pianura Padana, o l’entroterra ligure. Qui neanche i pochi e spompati temporali legati alla prima perturbazione stagionale, quella dello scorso fine settimana, hanno sortito effetti degni di nota.

Una manciata di millimetri d’acqua dei quali molti persi per la successiva evaporazione dovuta all’ingresso dei venti secchi da nord.
Insomma una situazione davvero problematica in vista dell’estate, considerando anche il fatto che le Alpi hanno già quasi del tutto esaurito il loro carico di manto nevoso invernale sotto i colpi del feroce sole di aprile e della prima metà di maggio.

Questa è la siccità che c’è. E quella che ci sarà? Purtroppo non sembra che la situazione debba cambiare di molto. Le alte pressioni rimangono ancora disclocate in modo sfavorevole alle precipitazioni sulle nostre regioni settentrionali. Le mappe danno questa possibilità che ci conduce fin quasi al termine di maggio.

Il profano allora si chiederà: "Si tratta di una fase transitoria o di un nuovo trend climatico?". Fenomeni come evidenti sbilanci pluviometrici o le anomalie termiche sono ciclicamente ricorrenti, quindi a bassa frequenza. "Di recente l’Italia lamentava la siccità persistente sofferta dalle regioni adriatiche, ora c’è il settentrione, domani ci sarà il sud.

Di certo non ci troviamo dinnanzi ad un parametro utile per affermare che si è impostato questo piuttosto che quell’andamento climatico, cosa che si calcola sulla base di decenni o anche più, quindi si tratta di fenomeni ad alta frequenza.

L’unica osservazione che possiamo fare è legata alle connessioni con la situazione contingente su altri settori climatici del Pianeta. Lo studio degli indici teleconnettivi ci servirà in questo caso a comprendere come è effettivamente distribuita la vorticità a livello planetario e dunque capire i motivi che stanno causando l’attuale stato di siccità su metà dell’Italia.

Per ora pare che l’Europa occidentale e la contigua fascia atlantica risultino canale anticiclonico preferenziale, stroncando così all’origine le più abbondanti e produttive situazioni piovose del nostro spicchio di mondo".

Autore : Redazione di MeteoLive.it