00:00 19 Gennaio 2007

Il curioso (ma non troppo) caso di OSAKA

Quanto incide lo sviluppo urbano sull’aumento delle temperature medie. Il caso di Osaka.

Già di questi tempi, al mattino presto, chi vive in una grande città e ne esce fuori per lavoro o altro, si rende conto che la temperatura delle zone aperte e delle campagne circostanti, è decisamente inferiore a quella percepita nel centro urbano. Tale fenomeno è noto come effetto “Isola di Calore”.

D’inverno questo fenomeno è talmente incisivo che può compromettere (o scongiurare, dipende dai punti di vista) una nevicata prevista e comunque in atto nelle campagne circostanti. D’estate l’effetto assume proporzioni ragguardevoli e talvolta, specie in agosto, può diventare opprimente nei riguardi dell’attività umana.

Le superfici cementate e asfaltate, verticalizzate e appiattite, annerite o arrugginite dal tempo e dall’inquinamento, sono le principali fonti di alimentazione per il surplus di calore prodotto nelle città. Se poi si aggiunge la carenza di verde urbano e di ambienti ondulati, capaci di generare ventilazione, ecco che il quadro diventa “scottante”.

Com’è noto molti dati meteorologici, tra cui la temperatura, vengono raccolti ormai da decenni, proprio nelle città; dove d’altronde sono più utili e richiesti. Il fatto è che le stazioni meteorologiche, soprattutto quelle storiche, che raccolgono dati da oltre un secolo, hanno subito questa sorta di “inquinamento termico”, o inquinamento da isola di calore.

Un caso lampante è quello di Osaka in Giappone, ormai assunta a rango di Megalopoli con i suoi oltre 10 milioni di abitanti. Dal grafico delle temperature medie annuali, si evince (in rosso) che a partire dai primi anni ’50 del secolo scorso, la temperatura media annuale è aumentata progressivamente, salvo un leggero calo relativo nei primi anni ’70.

In azzurro abbiamo invece le temperature medie annuali di un’altra località del Giappone, la cittadina di Maizuru, già base militare durante la seconda guerra mondiale. Distante un centinaio di km da Osaka e con una popolazione attuale inferiore a 100.000 abitanti, ha praticamente mantenuto quasi costante le sue dimensioni.

Dal grafico si nota che le oscillazioni di temperatura dei vari anni resta proporzionale, ossia ad annate fredde a Maizuru, ne corrispondono altrettante ad Osaka. I valori assoluti sono leggermente superiori nella Megalopoli, perché posta sulla costa sud dell’isola di Honsu; mentre Maizuru si affaccia lungo la costa nord sul Mar del Giappone.

Gli elementi che depongono a favore dell’effetto isola di calore, enormemente più incisivo come ovvio ad Osaka, sono:
-Aumento relativo delle medie annuali ad Osaka, non proporzionale a quello che si registra a Maizuru, dopo gli anni ’50.
-Medie annuali di Osaka più alte nel ventennio 1920-‘30 rispetto al periodo bellico 1935-45; da segnalare che la popolazione di Osaka era di circa 4,5 milioni già negli anni 30, ma che scende a poco più di 2, nel 1943-44.
-Nessun aumento evidente a Maizuru, da quando si registrano le temperature in questa stazione.

In conclusione possiamo dire che l’aumento delle temperature medie annuali, in certe località o condizioni urbane particolari, più o meno inficiate dall’effetto isola di calore, andrebbe riconsiderato e, per certi versi, corretto. Un aumento presunto della temperatura media globale di 0,5 o 1°C negli ultimi 50 anni potrebbe, in questo modo, rimanere tale, cioè appunto “presunto”.
Autore : Giuseppe Tito, adattamento Alessio Grosso