00:00 10 Aprile 2009

Il cumulo, il tuono e “Uccelli di rovo”

Metafore per avvicinarsi alla natura

Vi ricordate di Padre Ralph e Maggie? Vi ricordate di “Uccelli di Rovo”, il famoso romanzo da cui è stato tratto il discusso sceneggiato televisivo?

I più giovani cadranno letteralmente dal pero e penseranno che MeteoLive stia vaneggiando.
In realtà il libro ci dà lo spunto per una riflessione meteorologica, che è poi una metafora sulla vita.

Maggie, una ragazzina appena quattordicenne, nutre un profondo affetto, che diverrà poi addirittura morboso, per il Sacerdote
Padre Ralph, creando lo scompiglio in tutti gli ambienti ecclesiastici sia nel romanzo che nella vita reale.

In un’occasione di profonfo sconforto che coglie la ragazzina, Padre Ralph per confortarla, racconta di un passero “che passò la vita a cercare un grande rovo e quando l’ebbe trovato, per la gioia, vi si lanciò sopra imprudentemente, rimanendo infilato nella sua punta più alta e affilata, ma..proprio mentre moriva, intonava ugualmente il suo canto armonioso, superando nella melodia l’allodola e l’usignolo.
L’uccello di rovo sacrifica la sua vita per cantare una sola volta, ma il mondo intero si ferma e tace per ascoltarlo e Dio sorride, lassù in Paradiso.”

Che significato ha Padre?-chiese Maggie perplessa. Significa- rispose il prete- che alla perfezione si perviene solo dopo grande… sofferenza.

E quella sofferenza, quello slancio verso il cielo, quella voglia di toccare il tetto della troposfera, di mostrare tutta la propria potenza e maestosità non l’hanno forse i nostri amati cumulonembi, che vivono meno di una farfalla ma in che poche ore concentrano quanto di buono ha concesso loro il Creatore, portando la pioggia dove c’è siccità, recando la gioia laddove c’è il dolore, come nella favola del Principe felice.

Quando il cumulo ha raggiunto la maturità, il tuono segna l’apice della sua ascesa e da lì a poco questo richiamo a svolgere il proprio dovere, viene espletato coraggiosamnte e la nube si scioglie con uno scroscio altrettanto soave di quello del passero, altrettanto giooso e rinfrescante, puro e spettacolare.

Il cumulo che fino a poco prima si stagliava così nitidamente nel cielo, ora non c’è più, di lui resta il ricordo di un’emozione indimenticabile, come quella che spesso molti nostri predecessori hanno saputo farci provare con il loro sacrificio nella vita quotidiana.

Altro che nubi cumuliformi associate a rovesci…vero dono di Dio.
Autore : Alessio Grosso