00:00 27 Luglio 2012

Il cirro ed il cirrostrato

Soprattutto dalle nubi delle regioni troposferiche più alte, arrivano importanti messaggi sull'evoluzione del tempo.

La presenza di cirri è spesso il segnale di un cambiamento del tempo. L’affermazione è vera solo in parte, perchè talvolta nel cielo vediamo molte nubi con questa forma e nell’arco delle successive 24 ore non accade proprio nulla. Prima di spiegare perché, presentiamo brevemente il tipo di nube. Si tratta di un velo di nubi ad altezze molto elevate composte da cristalli di ghiaccio che vengono agitate dal vento che li sottopone dunque a curiose ondulazioni.

Nascono così diverse varietà di questa nube: fibratus, uncinus, radiatus, spissatus cumulonimbogenitus, floccus. La comparsa di qualche cirro in un cielo limpido non deve destare troppa preoccupazione ma se la loro presenza aumenta in modo esponenziale, significa che un fronte perturbato si sta approssimando alla nostra zona. Se i cirri si spostano rapidamente nel cielo, significa che la corrente che li trasporta è piuttosto intensa. Con temperature molto fredde in alta montagna, durante l’inverno, i cirri possono dar luogo a deboli nevicate anche con cielo poco nuvoloso.

Se il cirro indica l’arrivo di un fronte caldo o freddo, il cirrostrato annuncia spesso una depressione. Anche il cirrostrato si sviluppa in seno al sollevamento di una massa d’aria che raggiunge il livello di saturazione e genera cristalli di ghiaccio. I cirrostrati si presentano più compatti del cirro con striature allungate ed estese, specie quelli del tipo nebulosus.

Anche la parte superiore di una nube temporalesca, l’incudine, finisce per "stirarsi" e trasformarsi in cirro, disperdendosi poi a grande distanza dal centro della cellula temporalesca. Molto spesso però le perturbazioni scorrono molto più a nord o più a sud della zona in cui ci troviamo e la presenza dei cirri diventa così scarsamente indicativa circa l’effettiva evoluzione del tempo, anzi può segnalare solo un’avvezione di aria calda in quota, che annuncia stabilità e la prosecuzione del tempo anticiclonico anche di tipo caldo.

Autore : Alessio Grosso