00:00 2 Febbraio 2007

Il cielo di febbraio

Guida all'osservazione del cielo di febbraio.

Il cielo invernale volge lentamente al tramonto mentre ad est sorgono le costellazioni primaverili, ricche di esotici oggetti astronomici.

Prima di analizzare il cielo di febbraio vale la pena volgere lo sguardo ad ovest, appena dopo il crepuscolo, dove splende incontrastato Venere, la “stella della sera”, il nostro “pianeta gemello”. Ed è proprio merito della sua abbagliante luce bianca che l’astro era ben noto fin dall’antichità, chiamato anche Lucifero come stella del mattino o Vespero come stella della sera. A dispetto del nome, già dalle immagini inviate a Terra dalla prime sonde spaziali si è intuito che un fortissimo effetto serra potesse rendere la superficie desolata e inospitale. L’atmosfera spessa 65 chilometri presenta una pressione a livello della superficie pari a circa 90 volte quella della Terra con una temperatura che sfiora i 500°C!

Intanto la McNaught, questo il nome della grandiosa cometa transitata il 12 gennaio a circa 25 milioni di chilometri dal Sole, si avvia
lentamente verso lo spazio profondo dopo aver sfoggiato una luminosità eccezionale, ed una lunga coda visibile dal nostro emisfero sino a pochi giorni or sono! Un vero MOSTRO cosmico!

Ma torniamo ad analizzare il cielo di febbraio:

Volgendo lo sguardo verso sud possiamo ammirare la maestosità di Orione “il guerriero” o “il cacciatore”, accompagnato a est dal Cane Maggiore con la splendente Sirio, la stella più luminosa del nostro cielo. Tra Orione e il Cane Maggiore passa il ramo invernale della Via Lattea, visibile sotto cieli montani o comunque lontano dalle luci cittadine.

Alzando ancora di più lo sguardo, fin quasi sopra le nostre teste, incontriamo il Toro con le Pleiadi, le “sette sorelle”, spesso confuse con la costellazione dell’orsa minore a causa della forma vagamente e (microscopicamente) rassomigliante. Accanto al Toro si trova l’Auriga, una costellazione che assomiglia a un grande pentagono con la stella Capella (una gigante rossa tra le più luminose del cielo) quale uno dei vertici.

Spostandoci verso Est troviamo i Gemelli con Castore e Polluce, le due stelle principali. Verso nord-ovest, infine, troviamo Cassiopea e Perseo e verso nord-est l’Orsa Maggiore in una posizione strana per chi non osserva spesso il cielo: essa si presenta infatti in una posizione verticale, ovvero con il “mestolo” rivolto verso l’alto e il “manico” verso il basso. La costellazione che apre il sipario al cielo primaverile è il Leone, facilmente rintracciabile grazie alla rossa stella Regolo, la più brillante della costellazione, che definisce la zampa anteriore dell’animale. Regolo, assieme alle stelle più brillanti della costellazione Denebola, Algeiba e Zosma, disegnano un trapezio (corpo del leone) con il lato lungo in basso e la testa del leone sulla parte superiore destra.

Tra le stelle della costellazione quest’anno c’è un ospite illustre: Saturno, “il pianeta degli anelli”, il sesto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole. Si tratta di un gigante gassoso, il secondo più grande dopo Giove che orbita ad una distanza media di 1,427 miliardi di km dal Sole.

La costellazione del leone, trovandosi lontana dalla Via Lattea permette di poter apprezzare una moltitudini di galassie, tra cui spiccano M65, M66, M95, M96 e M105, oggetti scoperti dall’astronomo Charles Messier nel 17 secolo, il primo che catalogò oggetti di questo tipo.

Ma cosa sono le galassie? Potremo definirle vere e proprie “Isole di Stelle” circondate da un mare di “nulla”, o più esattamente di vuoto e materia oscura. In queste immense isole tra le quali la nostra Via Lattea che misura circa 130.000 anni luce di diametro, avvengono immani cataclismi che portano alla nascita e alla morte delle stelle, talvolta simili al nostro Sole. Il nucleo di una galassia è più rosso a causa della presenza di stelle vecchie, mentre i bracci, essendo ricchi di nebulose e polveri, sono popolati da stelle giovani di colore azzurro ed è proprio in questo settore dove avvengono la maggior parte dei processi di formazione stellare.
Autore : Luca Savorani