00:00 19 Febbraio 2019

I nuovi dati del NOAA confermano l’arrivo di El Niño: le conseguenze sulla circolazione

Esordio di un nuovo Niño, surriscaldamento anomalo delle acque superficiali dell'oceano Pacifico, è stato confermato dai nuovi dati in arrivo dal NOAA. Ecco quali caratteristiche acquisterà.

Il ritorno del Niño è stato ufficialmente annunciato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) la settimana scorsa. I meteorologici prevedono un episodio debole di El Niño i cui effetti saranno percepiti sul tempo previsto negli Stati Uniti, soprattutto nella parte meridionale del Paese, dove nei prossimi mesi sono in previsione condizioni atmosferche più umide ed un surplus della pioggia. El Niño e la Nina sono modelli climatici che si verificano entro periodi regolari di tempo, alternandosi reciprocamente la scena entro un certo numero di anni.

Entrando maggiormente nello specifico, un episodio di El Niño può essere ufficializzato nel momento in cui le temperature superficiali del Pacifico Tropicale aumentano sino a livelli superiori alla media per un esteso periodo di tempo. L’aumento della temperatura deve essere superiore al mezzo grado centigrado e persistere almeno per un mese consecutivo. Le prime osservazioni dei modelli climatici attuali, indicano che questo El Niño dovrebbe risultare debole e pertanto non sono previsti importanti effetti globali, ne una ripercussione evidente sul comportamento dei prossimi inverni sull’Europa.

Abbiamo una moderata probabilità che El Niño possa persistere sino alla prossima primavera, le temperature superficiali del mare hanno oscillato sopra e sotto gli 0.5°C. Nell’ambito degli Stati Uniti, questa condizione potrebbe portare una primavera piuttosto umida su stati come Texas e California, dove la pioggia potrebbe essere frequente. Su gran parte del territorio americano sono previste condizioni meteo piuttosto tipeide, con valori termici sopramedia negli stati a nord, nella media o leggermente sottomedia su quelli più meridionali.

Come detto, gli effetti sul tempo europeo dovrebbero risultare piuttosto scarsi e comunque legati ai meccanismi della circolazione dell’intero emisfero, eventuali ripercussioni giungerebbero sino a noi molto più diluite, al punto da non poter più essere evidente un collegamento diretto tra la nostra circolazione e quella degli Stati Uniti. 

 

Autore : William Demasi