00:00 16 Febbraio 2009

I NOSTRI SPECIALI: la “crisi” del Rodano

Cerchiamo di illustrare un fenomeno che si sta presentando con sempre maggiore frequenza negli ultimi anni, analizzandone anche l’impatto sulla piovosità riguardante le nostre regioni settentrionali.

I meteorologi italiani, come sappiamo, hanno un loro forte punto di riferimento geografico nella Valle del Rodano, ossia in quella porzione della Francia meridionale che si staglia nel “Canyon” scavato dal fiume Rodano fra il Massiccio Centrale e le Alpi occidentali.

E’ attraverso quell’imbuto naturale che l’aria fredda da nord accelera vistosamente prima di gettarsi nel Mediterraneo, creando le condizioni favorevoli alla genesi del Maestrale e delle depressioni sottovento alle Alpi, sul Mar Ligure.

Quante volte abbiamo assistito sulla Liguria o sul basso Piemonte a giornate con pioggia continua ed abbondante, condita da vento moderato o forte? E’ proprio la formazione delle depressioni causate dalle discese fredde attraverso la Valle del Rodano che garantiscono questo tipo di fenomeni.

Negli ultimi anni però episodi del genere sono diventati sempre più rari; difatti l’aria fredda ha cominciato a preferire due strade completamente diverse:

1) Spesso si tuffa dalla Francia settentrionale verso la Guyenne (ad ovest del Massiccio centrale), per poi dirigersi sui Pirenei, dove viene solo in parte deviata verso est; in tal modo i centri di bassa pressione sul Mediterraneo si generano comunque, ma ad ovest della Sardegna, o addirittura sulle Baleari.
Allora le piogge sulle nostre regioni settentrionali diventano meno abbondanti, se non addirittura assenti, perché manca il contrasto fra l’aria fredda in discesa verso le Baleari, e l’aria calda che invece viene risucchiata (come “risposta”) dall’Africa settentrionale verso nord; in poche parole in queste situazioni il fronte freddo della perturbazione si staglia troppo a sud-ovest rispetto al nostro settentrione.

2) In altri casi l’aria fredda arriva sulla Francia settentrionale con una componente da nord-ovest troppo marcata, e quindi va ad impattare direttamente sulle Alpi; si generano allora condizioni favorevoli allo svilupparsi del Foehn, il vento caldo e secco in discesa dalle Alpi verso la Pianura Padana, con cielo perlopiù limpido.
Solo in un secondo tempo parte dell’aria fredda entra poi dalla Porta della Bora, generando un temporaneo peggioramento, soprattutto a ridosso dei rilievi.

In definitiva le grandi piogge, ben distribuite su tutte le regioni settentrionali italiane, stanno diventando sempre più un’utopia con il passare del tempo; il motivo di questo comportamento della circolazione atmosferica al momento è ancora poco chiaro, tuttavia climatologi e meteorologi stanno compiendo degli studi per cercare di dare una risposta al problema.
Autore : Lorenzo Catania