00:00 7 Gennaio 2005

I monti delle isole italiane

Dopo la carrellata su Alpi e Appennini, chiudiamo l'approfondimento sulle montagne italiane con quest'ultimo articolo dedicato ai rilievi della Sicilia, della Sardegna delle isole minori.

SICILIA
I Monti della Sicilia, benché separati dal complesso appenninico peninsulare, possono essere con esso confrontati sia per l’aspetto geologico che per quello morfologico. C’è infatti addirittura chi considera l’Appennino Siculo come facente parte del sistema appenninico stesso, classificandolo alla stregua degli altri settori peninsulari (Appennino Campano, Appennino Lucano, ecc). Essi sono generalmente distinti e riconosciuti in tre gruppi principali, qui di séguito descritti.

– L’APPENNINO SICULO si pone come la naturale continuazione della dorsale appenninica in terra di Sicilia. Esso infatti individua il prolungamento prima verso sud e poi verso ovest dell’Appennino Calabro. Seguendo questa direttrice, infatti, incontriamo i Monti Peloritani, i Monti Nebrodi e le Madonìe, alture progressivamente più elevate procedendo verso ovest, e culminanti nei 1979 metri di Pizzo Carbonara.

– I RILIEVI VULCANICI è dominata a nord dalla maestosa figura dell’ETNA, il più alto vulcano attivo d’Europa (m. 3323), caratterizzato da dimensioni assolutamente importanti (basti pensare ai 40km del diametro basale), tanto che gli arabi lo denominarono “el-Gebel”, vale a dire “la montagna per eccellenza” (da cui l’italianizzato “Mongibello”, voce con cui si suole indicare per l’appunto il vulcano più alto d’Europa). A sud dell’Etna, la propaggine più meridionale dell’isola è caratterizzata dal tavolato dei MONTI IBLEI, di altitudine assai modesta.

– I RILIEVI DELLA SICILIA CENTRALE E OCCIDENTALE, caratterizzati da gruppi isolati, e differenziati per via della loro differente natura geologica. Tra questi, i più importanti sono i Monti Erei, Monti Sicani e i Monti di Gibellina.

SARDEGNA
Le montagne della Sardegna raccontano una storia a sé. Pochi sono infatti gli elementi di confronto tra queste montagne e quelle appenniniche. La diversa origine geologica delle prime ha plasmato forme assai discostanti dalle seconde. Basti pensare che in Sardegna non esistono vere e proprie catene montuose, ma gruppi isolati e separati da altopiani di diversa altitudine e di dimensioni assai variabili. Eppure, tutto si potrà dire eccettoché la Sardegna sia disseminata di un paesaggio uniforme. La geografia dell’isola è dominata da quattro principali aree montane, di cui quella centrale risulta essere la più grande per dimensioni e per altitudine, comprendendo al suo interno i MONTI DEL GENNARGENTU, che toccano i 1834 metri nella Punta La Marmora. A nord-ovest di questi corre, con direttrice SW-NE, un gruppo di alture culminanti nei 1259 metri di Monte Rasu. Ancora più a nord, in Gallura, il Monte Limbara tocca quota 1362 metri. A sud-ovest, infine, il gruppo dell’Inglesiente, culminante nei 1236 metri di Monte Linas.

ISOLE MINORI
I mari italiani sono disseminati di isole, la maggior parte delle quali di dimensioni assai modeste. Colpisce ad ogni modo il fatto che, tranne sparute eccezioni, esse comprendano un territorio nel complesso montuoso, con pochi spazi lasciati alla pianura, e con vette di notevole altitudine, se confrontate con la superficie delle isole stesse. Ecco che allora il quadro delle montagne italiane non può certo dirsi concluso, se non si fa cenno ai rilievi delle isole minori.

L’ISOLA D’ELBA, la terza d’Italia per ordine di grandezza, si distingue per l’articolazione dei suoi rilievi, che di fatto ne fanno la prosecuzione oltre il mare dell’Antiappennino Toscano. Il Monte Capanne, al suo interno, supera i 1000 metri, determinando sostanziali differenze climatiche tra i nord e il sud dell’isola.
Importanti sono poi le ISOLE EOLIE, di evidente origine vulcanica, come dimostrano due suoi apparati vulcanici, Stromboli (tutt’oggi in attività) e Salina (962 metri). Stessa origine è quella delle montuose isole PONTINE, al largo di Lazio e Campania, mentre Capri, la più famosa delle isole minori d’Italia, di origine calcarea, si pone prosecuzione dei Monti Lattari, estrema propaggine tirrenica dei rilievi appenninici meridionali.
Autore : Emanuele Latini