00:00 30 Luglio 2005

I LETTORI sulle estati di oggi e di ieri: “una follia quella delle temperature percepite”

Le opinioni dei lettori sul sondaggio di MeteoLive sulle differenze tra le estati del passato e quelle odierne.

Le vostre opinioni raccolte dalla redazione. E’ stata fatta una selezione, siamo stati sommersi dai messaggi, per i quali vi ringraziamo e non arrabbiatevi se non vedete il vostro pubblicato, ci sono purtroppo limiti di spazio. Nei prossimi giorni vedremo di pubblicarne altri.

Il tormentone della temperatura percepita non va agitato come spettro durante la stagione estiva. Le estati di oggi sono più calde perchè sono più longeve ma anche nel passato faceva un gran caldo in città, c’erano solo temporali più frequenti, un’alternanza insomma, oggi non è più così, si soffre per periodi molto lunghi.
Gino Castelli (Viterbo)

Cari amici, dall’esperienza delle mie 41 primavere,(tante, poche)?Vi riporto i ricordi climatici della mia infanzia e via fino ad oggi.
Mi ricordo le nevicate copiose che ricoprivano il bel giardino e papà che doveva sgelare con acqua calda il serbatoio dello sciacquone del bagno, parlo degli anni 70,delle candele di ghiaccio che si trovavano.Ma forse allora non c’erano i riscaldamenti che abbiamo adesso nelle nostre case .Faceva e fa freddo, ma forse ci si lamentava meno come faceva caldo e fa caldo tuttora, Forse era più graduale il passaggio tra caldo e freddo e viceversa, c’erano gli anni che nevicava di più e gli anni che nevicava meno, ma non c’erano i media che devono fare audience.
Tanti saluti e buone ferie a tutti
fulvio valagussa
dolzago -lc

Tanti anni sulle mie spalle….da bambino dormivo d’estate durante alcuni periodi d’agosto, nel balcone della mia casa fino alle tre del mattino….faceva un gran caldo le temperature, secomdo me, sono sempre le stesse piu o meno, sia in inverno che d’estate in linea di massima ritengo il clima abbastanza costante.
Italo rodomonti
teramo
78 anni

Il tema del sondaggio da Voi proposto e’ molto interessante.
Il mio modesto contributo mi permette di mettere per iscritto alcuni ricordi, forse un po’ alterati dalla memoria, sulle estati della mia giovinezza in rapporto con le attuali e sul mio rapporto col clima che negli anni si e’ via via instaurato:
1) Sara’ forse che da giovani si soffre meno il caldo, ma sono convinto che negli anni 50 e 60 le estati erano piu’ ‘regolari’, nel senso che il vero caldo era confinato a luglio e agosto, in primavera le temperature erano gradevoli e sopportabili, i temporali rinfrescanti si manifestavano con cadenza regolare e temperature sopra i 32/33 gradi non si verificavano spesso.
2) I primi ricordi di estati con episodi torridi e problematici risalgono agli inizi degli anni 80. Mi chiedo ora se cio’ abbia influito sul cambiamento di alcune mie preferenze vacanziere e norme comportamentali, come quella di evitare lunghe esposizioni al sole e di preferire il fresco della montagna , avvenute proprio in quegli anni.
3) In questo ultimo decennio e’ nata e cresciuta in me una sorta di fobia del sole e soprattutto del caldo poiche’ esso e’ sempre piu’ associato all’afa avvertita in pianura (provincia di Bergamo) e alle sempre piu’ frequenti incursioni del ‘Goggo di Algeri’. Mi infastidisce la sovraesposizione mediatica, soprattutto televisiva, di questi tempi che ha alimentato una sorta di schizofrenia meteopatica: si vorrebbe che il cielo fosse sempre sereno salvo poi lamentarsi dei sempre piu’ incombenti periodi di siccita’. W LA PIOGGIA !!!
Credo che una causa non secondaria della mutazione climatica della zona in cui vivo sia dovuto alla eccessiva urbanizzazione avvenuta, spesso solo per speculazione, in questi ultimi anni. Chi un tempo era felice di vivere circondato dal verde dei campi ora puo’ trovarsi stretto dalla morsa del condominio e del capannone (rigorosamente vuoto e inutilizzato). Per fortuna la campagna, dopo il tramonto infuocato di queste sere, offre un po’ di refrigerio e il solo passeggiare accanto ad un campo di granturco, preferibilmente appena irrigato, puo’ aiutare lo sprovveduto che non abbia ‘condizionato’ almeno la camera da letto ad affrontare una notte calda e appiccicosa.
Claudio Barcella

Innanzi tutto complimenti per il Vostro sito ( per me è quasi una droga!)fatto benissimo, chiaro, senza catastrofismi ormai tanto usuali sui mass media, che ha rinverdito e, se possibile, aumentato la mia passione per la meteorologia nata sui banchi di scuola grazie al mio professore di Matematica e Fisica.
E con questo mi ricollego alla Vostra inchiesta: non credo che le estati della mia infanzia fossero meno calde di quelle attuali; semplicemente eravamo “abituati” mentalmente al caldo estivo come al freddo invernale. Ora, invece, non riusciamo a sopportare più nulla, dato che ci muoviamo tra condizionatori e riscaldamenti al massimo, con tutti i danni fisici e ambientali che tali “aggeggi” comportano; ho acquistato lo scorso anno un condizionatore che fà bella mostra di sé e non utilizzo per principio, dato che mi causa mal di testa e con le finestre chiuse mi sento soffocare: retaggio della mia infanzia quando si poteva ( tempi beati!) e doveva tenere tutto aperto per far circolare l’aria. Un bel temporale rinfrescava tutto e l’aria sapeva di “buono”!
Complimenti ancora e…. alla prossima inchiesta.
Daniela Paola Cantarella

Buongiorno a tutti!
L’estate del passato era probabilmente più fresca perchè dominata da un vero protagonista oggi scomparso: l’anticiclone delle azzorre, che portava con se temperature accettabili(certo c’era sempre qualche ondata di caldo ma poche) e sopprattutto si alternava più frequentamente a corpi nuvolosi temporaleschi che spezzavano la calura. Oggi invece le estati e non solo, sono dominate dal gobbo di algeri che ovviamente è più caldo e ci fa soffrire di più. Tutto questo, secondo la mia personale esperienza da appassionato di meteorologia, è riconducibile ad un lieve rallentamento della corrente del golfo negli ultimi 6-8 anni, che favorisce gli scambi meridiani e bnon più zonali. Ciao e congratulazioni! Marco

Francamente il caldo e l’afa sono sensazioni che mi ricordo da sempre. La grande differenza è che comunemente si parlava di caldo e basta senza citare valori di temperature record. Oggi l’invenzione della “temperatura percepita” e del caldo come grande protagonista giornalistico alterano un po’ troppo i riferimenti.

Direi che l’unica estate recente ad di sopra delle righe è stata quella famosa del 2003 più che altro per la continuità, visto che tipicamente il clima dell’Italia settentrionale (abito sul lago di Como)prevede estati calde ma con episodi di interruzione temporalesche o addirittura di maltempo (vedi alluvione della Valtellina del’87).
Quella attuale mi sembra piuttosto discontinua fino ad oggi e non certo eccezionale come vorrebbero farci credere.
Saluti
Orlando Arrigoni
Bellano (LC)

Rispondo volentieri al vostro quesito, premetto che la mia memoria è molto recente, classe 1972.
Ieri si discuteva con i colleghi a tal proposito, è emerso in modo abbastanza generale che le estati passate sono state abbastanza simili tra loro. Il caldo c’è sempre stato ed io personalmente ricordo periodi estivi, trascorsi sia nella mia città (Milano) che nei luoghi di villeggiatura, caldi e tal volta opprimenti. Ricordo con molta chiarezza di fenomeni, simili al caldo di questi giorni, verificatisi nelle ultime due settimane di giugno.
Sono anche molto chiari ricordi di “incredibili” temporali avvenuti in giugno/luglio (nel ’93 a Milano) e sempre in questo mese periodi piuttosto piovosi e freschi (nel ’91 e nel ’00)
Le uniche differenze che credo di ricordare sono semplicemente dovute al mio interesse verso la materia meteoreologica. Per cui non credo di ricordare che si parlasse così spesso dell’anticiclone africano ma son sicuro che il responsabile delle calure era lui. In definitiva grosse differenze rispetto ad oggi non ce ne sono molte, forse solo meno pioggia ma non tanto nel periodo estivo, semmai nei periodi Ottobre/Novembre.
Marzano Maurizio

Vorrei dire anch’io la mia sull’argomento in questione:io penso che al di là di qualche eccezione estremamente calda(1983,2003),o estremamente fresca e piovosa(2002),le estati di una volta e quelle di oggi siano pressochè simili.

Io sono nato nel 1977 ed ho sempre vissuto in un paesino a 3km da Carrara,situato a 300m slm:il clima risente quindi degli effetti benefici del mare e le temperature massime non hanno mai superato i 33,5°C da quando osservo i termometri,prima a mercurio,poi(recentemente)digitali.Unica eccezione è proprio il 2003,coi suoi 36,8°C di massima e una 28,2°C di minima, ma quello fu un anno eccezionale. Questo da un punto di vista termico,da un punto di vista delle configurazione bariche, è luogo comune dire che le estati di una volta erano caratterizzate dalla presenza costante dell’anticiclone delle Azzorre,che garantiva fresco e stabilità: andatevi a vedere l’archivio GFS, che parte dal 1950, e vedrete che nei tre mesi estivi di ogni anno abbiamo avuto periodi azzorriani, periodi africani, periodi perturbati, con forti temporali; quindi,a mio avviso, il mito dell’estate “azzorriana” sull’Italia è senza fondamento. Per quanto riguarda la piovosità,io ho sempre visto piovere poco da queste parti, e le precipitazioni le ho viste concentrate per lo più a giugno e dopo Ferragosto,coi classici temporali di rottura che intervengono nella seconda metà del mese di agosto;altra caratteristica estiva di queste parti è un inizio luglio sostanzialmente variabile e fresca,con occasioni per temporali di metà stagione(generalmente senza grossi accumuli),ma con un bel calo termico.
Concludendo,non ravviso alcuna differenza tra le estati della mia infanzia a quelle di oggi;calde erano allora,e calde sono adesso.
Dato che non mi accontento di dire la mia senza alcuna statistica di supporto,vi faccio vedere la media estiva relativa alla mia stazione meteo a partire dal 1999.

1999:24,34°C
2000:23,90°C
2001:23,99°C
2002:23,53°C
2003:25,97°C
2004:21,18°C
media totale dal 1999:23,82°C.
Notate come gli scostamenti dalla media stagionale siano pressochè nulli,tranne un eccesso di 2,15°C del 2003 prontamente controbilanciato da un difetto di 2,64°C nel 2004.
Luca Del Frate

Sono indubbiamente piu’ calde quelle degli ultimi 20 anni.Bisogna tenere presente pero’ che da bambini e ragazzi si avverte meno il caldo, perche’ non si hanno impegni di lavoro e la mente si distrae maggiormente : io avverto tale mutamento perche’ ricordo che mia madre mi chiamava..: abbottonatissima creatura.. pioche’ tenevo abbottonato anche d’estate l’ultimo bottone della camicia, per cui presume che loro soffrissero il caldo ed io no! diciamo che i 30° nelle ultime 20-25 estati si superano almeno 40 – 50 volte , mentre negli anni 60-70 un po’ meno (almeno secondo i dati del veneto.
Ciao
Paolo Marangoni alias doctor
Padova

Gentile redazione,

I confronti fra le attuali stagioni estive e quelle più datate nel tempo (sono nato nel 1961) mi portano a fare le seguenti considerazioni: la stagione calda iniziava a Maggio e continuava senza particolari eccessi, per periodi prolungati, fino alla prima metà di Settembre. La frequenza di tregue temporalesche era maggiore. Dominava insomma, l’anticiclone delle Azzorre anche per lunghi periodi, determinando temperature di rilievo ma non eccessive.
A partire dagli anni ’80 ho assistito ad una contrazione dell’estate, nel senso che i fenomeni termici elevati si sono concentrati in periodi più corti ma spesso molto intensi (esempio fine Luglio 1983 e 1988) con anomalie “fredde” in ogni mese dell’estate. Gli episodi temporaleschi sono andati poi
rarefacendosi (non vedo più i temporaloni pomeridiani e molto più spesso notturni degli anni ’60 e ’70’).
– I periodi siccitosi erano più lunghi nelle estati lontane rispetto ad ora. Il fatto grave è che tali precipitazioni sono ora drasticamente diminuite in autunno e primavera ma – lasciatemi dire – non mi sorprendono le differenze con le estati passate, ma molto di più le differenze con gli inverni passati. Ora questi ultimi sono “terribilmente” miti e siccitosi.
Loris Mezzalira – Padova

Grazie alla segnalazione dell’amico Carlo, che abitualmente mi invita alla lettura dei vostri articoli, e con il quale da diverso tempo ci troviamo a discutere spesso dei cambiamenti climatici, oggi, posso finalmente dire la mia sul problema: le estati passate da bambino quelle che ricordo, quelle della mia zona Rimini, erano decisamente senza alcun dubbio non solo più fresche ma sicuramente molto meno umide, ricordo con certezza quando di mattina si andava a pesca sul molo, molto presto (alle sei) spesso si indossava la maglietta, e sopratutto la sera dopo il tramonto l’aria iniziava a raffreddarsi e verso la mezzanotte se ti spostavi con il motorino (anni 73 -79) nel periodo della mia prima giovinezza, ci si attrezzava con un foglio di giornale sotto la camicia, per non prendere troppo freddo allo stomaco.
E pur vero che c’erano anche giorni molto caldi, ma al massimo erano due di fila, poi se il caldo insisteva il terzo giorno arrivava un (ripeto “un”) temporale (durata max ½ ora) con tuoni e lampi e si tornava a dormire al fresco con addirittura la coperta per altri 15gg; non ricordo davvero nessuno che “bramava” il fresco, non ricordo nessun rischio per le persone anziane dovuto all’incidenza del calore, ricordo piuttosto che a volte se ti fermavi all’ombra un pò sudato l’aria diventava fredda, anche in agosto.
Oggi ho 46 anni e ieri sera io e Carlo eravamo sul lungomare, il bagliore dei lampioni era definito da un’alone di foschia denso più della nebbia di novembre, che qui da noi, è due anni che non si vede più, gocce d’acqua scivolavano dai vetri delle auto ferme come lacrime, le foglie immobili, parlavamo o meglio discutevamo di clima di stagioni che non sono più quelle di una volta, le parole ci uscivano a fatica così come il respiro.
Carlo dice che non è vero niente, che è sempre stato così, ma lui è più giovane, ha dieci anni in meno, si prodiga ostinatamente a dire che va tutto bene che non è cambiato nulla da quando eravamo bambini, e mi dice che io sono un catastrofista, un pessimista, gli dico: “Non è questo il punto, cosa vuol dire catastrofista, il fatto è che il clima non è più uguale, non so se la responsabilità è dell’uomo o se piuttosto è una questione naturale, resta il fatto che il nostro organismo non riesce ad abituarsi a dei cambiamenti che avvengono così in breve tempo… i ghiacciai si sono sempre sciolti e ricostituiti ma non in cinquanta anni…”
Lui abita in una casa al mare, ha montato il condizionatore, e la notte dorme con le finestre chiuse, gli piace la natura ma nega l’evidenza quasi bestemmia, fino a dire che gli piace il “garbino” (libeccio) perchè è secco, mentre invece per un romagnolo il garbino è come un coltello piantato nella schiena che ti strazia sia nel corpo sia nell’anima.
Mauro

Salvo alcune eccezioni come il 1983 penso che le estati di questi ultimi anni siano più calde ma forse con tassi di umidità inferiori.Nel passato l’anticiclone delle azzorre ci regalava settimane di bel tempo ma con temperature sempre intorno ai trenta gradi o poco più, ultimamente invece si toccano temperature intorno ai 35 gradi con estrema facilità complice la creazione di isole di calore che nel passato non erano così estese.
Livio

Secondo i miei ricordi (e i dati fin qui acquisiti) le estati erano predominate dall’Anticiclone delle Azzorre con cedimenti sporadici durante giugno inizi luglio. Ad agosto era prevalente la copertura azzorriana con cedimento della stessa dopo la seconda quindicina di agosto, con ingresso di perturbazioni atlantiche. Settembri molti miti. Non sono mancate estati perturbate anche quando non si parlava di effetto serra. Sicuramente non vi erano ondulazioni nord-sud e viceversa (gocce fredde artiche e gobbo di Algeri) ma in alcune giornate estive spesso vi erano venti dai quadranti meridionali con prevalenza di libeccio sulle coste tirreniche. Il grecale era pressoché assente.
Germano Fabris

La tecnologia e l’informazione influenzano il pensiero dell’uomo ed a volte diveniamo dei “ripetitori” stupidi e rimbalziamo informazioni da noi verso gli altri senza nemmeno chiederci cosa stiamo dicendo. Nel campo della metereologia esistono molte “finction” che alimetano questa mia riflessione. Per fortuna Meteolive non fa parte della schiera.
Cosa dire sul clima!
Dalle nostre parti si dice che il tempo è rimasto “da sposare” perchè vuol continuare a far quello che vuole.
Buon lavoro.
Maurizio Civiero

Buongiorno a tutta la redazione,
innanzitutto i migliori complimenti per l’attività che svolgete.
Ricordando le estati della mia infanzia (classe 1961), quelle che vanno dal 1966 fino alla metà degli anni ’70, posso sinteticamente asserire che anche allora faceva caldo.
Era tuttavia un caldo relativamente sopportabile, intervallato da periodi più freschi.
Quello che, secondo me, è importante osservare e sottolineare è che:
i periodi (massimo 3 -4 giorni) più caldi (anche magari afosi) si
registravano più o meno a partire dalla seconda decade di Luglio fino a poco dopo ferragosto, e non invece già a Maggio/Giugno come accade spesso in questi ultimi anni i temporali estivi pomeridiani e/o serali erano la norma, a cadenza quasi regolare (circa ogni 1 o 2 giorni); ovviamente questo dipende anche dalla zona geografica, io mi riferisco alla pianura padana nord occidentale (prov. di Varese).
Ettore Zaffaroni

L’unica estate veramente sopra le righe che ricordi è quella del 2003. Per il resto (vivo a Bolzano) ricordo sempre episodi caldi seguiti da temporali violenti. I miei genitori hanno una casa al mare sulla Calabria Jonica e le estati di 20-25 anni fa erano molto più calde e secche delle attuali.
Non solo, sentendo i contadini del posto sembra che negli ultimi 10 anni (a parte l’inverno 2002-2003) le piogge invernali lì siano aumentate.
Quello che sicuramente posso dire di Bolzano dove vivo da 35 anni è che negli anni 70 e primi 80 nevicava molto di più. Poi ci fu quel terribile inverno 88-89 senza un filo di neve e negli anni 90 e 2000 inverni con tanta neve ne abbiamo avuti veramente pochini.
Grazie per i lavoro serio e “consapevolizzante” che svolgete sempre.
Sandro

Buonasera a tutti,

Ho 41 anni, sono nato ed ho sempre abitato a Roma. Ricordo benissimo le mie estati dell’infanzia. Eravamo negli anni ’70 e ricordo che questa stagione, un po’ come tutte le altre tre si comportava nel complesso senza grandi scossoni. Il caldo c’era, ma era un caldo regolare se così si può dire. In una città come Roma, ricordo che i 30 gradi di giorno da luglio a metà agosto erano la norma. Difficilmente però rammento periodi con temperature vicine alla soglia dei 40°, qualche giorno sì, soprattutto a Luglio. Ricordo benissimo in quel periodo il famoso forte temporale della seconda quindicina di agosto che spezzava la calura e imponeva di indossare un leggero golfino durante le serate di fine agosto inizio settembre.
Credo che le temperatura medie siano rimaste invariate. Se in una città come Roma 24° di media in un normale Luglio degli anni ’70 erano dati da giorni con medie che oscillavano da 21 a 25°, ora abbiamo giornate con medie di 27° 28° anche 30° gradi alternate ad altre con medie di 19° 20°. Ecco la vera differenza!!!
Grazie a tutti e complimenti per il vostro sito!
Claudio Cocco

L’uomo moderno con la sua brama di comodità, velocità e ricchezza ha perso il rispetto per la Terra” (tratto dal libro 5000 giorni per salvare il pianeta). Questa affermazione vuole riassumere il mio pensiero che non è certo quello di dire a tutti i costi che il pianeta ha la febbre, perchè le estati calde ci sono sempre state, le ondate di calore dall’Africa si ricordano fin dai tempi dell’infanzia. Si ha solo la sensazione che la frequenza, l’intensità e la durata delle ondate di calore siano aumentate negli ultimi decenni e questo è condiviso da molti. Purtroppo i dati ufficiali come da Voi ben descritto spesso risentono delle isole di calore e molto probabilmente sovra-stimano l’aumento delle temperature, aumento che comunque è in corso e questo è un dato incontestabile, forse negli ultimi cent’anni non sarà stato di 0,8/1,5°C a livello globale, forse non sapremo mai quanto è in termini di gradi centigradi, e forse non sapremo mai se i 7 miliardi di tonnellate di gas serra immessi ogni anno nell’atmosfera grazie all’attività umana, andandosi ad accumulare anno dopo anno e rimanendovi per decenni, possano aggiungere un’ulteriore coperta a quella già presente in natura(perfetta miscela di vapore acqueo, anidride carbonica, metano ecc… ).
Purtroppo ogni giorno veniamo bombardati da un’informazione selvaggia, quasi terroristica, che vuole troppo spesso creare allarmismi ingiustificati, sensazionalismi e basta. E’ difficile selezionare in questa giungla la vera informazione e gettare quella sotto forma di spazzatura, è difficile farsi un giudizio proprio senza essere influenzati dalle più svariate e bislacche idee e teorie. Il pricipio di causa-effetto ci insegna che qualsiasi evento che si verifica in natura ha una causa, e quindi il fenomeno del riscaldamento globale, anche se modesto, può essere ricollegato all’attività umana come causa scatenante? Per dirla in termini giuridici, non siamo di fronte ad una prova evidente di colpevolezza dell’uomo, ma esistono degli indizi gravi, precisi e concordanti sulla sua cattiva condotta? Molti auterevoli scienziati rispondono di no, affermando che i gas immessi dall’uomo nell’atmosfera sono insignificanti e del tutto ininfluenti sull’andamento del clima che comunque secondo normali cicli presenta periodi storici più freddi e periodi più caldi, anche perchè il clima è veramente complicato: non è determinato unicamente dal sole e dall’atmosfera, vi concorrono anche gli oceani e le calotte polari, i minerali in superficie e la vegetazione, gli ecosistemi della terra, le caratteristiche dell’orbita terrestre (quasi tutte le scienze sono coinvolte)ecc.. ecc…. Anche loro hanno ragione, ma mettiamo il caso che non sia così, allora cosa dovremmo aspettarci per il futuro? Un maggior numero di decessi dovuti alle ondate di calore? Una maggior proliferazione di insetti e conseguentemente di malattie trasmesse dai medesimi? Maggiori inondazioni e siccità con conseguente contaminazione delle riserve idriche?
Tutto queste possibili conseguenze debbono essere attentamente soppesate e una cosa è certa: il fatto di non sapere esattamente cosa succederà in futuro non significa che non si debba far nulla per ridurre il rischio. Chi smette di fumare ad esempio non chiede prima la prova scientifica che se continua a fumare dopo 30 o 40 anni contrarrà immancabilmente il cancro. Smette perchè riconosce il rischio e vuole ridurlo o eliminarlo.
Per concludere veramente vorrei solo dire che chi ha le possibilità di diffondere informazioni e quindi conoscenza dovrebbe prima preoccuparsi che le informazioni siano davvero veritiere o comunque verificabili e poi in secondo luogo anche avere il coraggio di prendere una posizione che sia il più possibile scevra di pregiudizi e disposta anche ad andare contro-corrente, sempre e comunque a difesa dell’ambiente. Difficile a farsi?
Meteolive ci sta riuscendo alla grande.
Saluti
Matteo (Twuister sul Forum) (Consulente del lavoro nella vita e appassionato di meteo naturalmente)
Autore : Redazione