00:00 26 Ottobre 2009

GROSSO: “il sole dorme ma il clima ancora non ne risente”

Tradizionale intervista settimanale ad Alessio Grosso.

REDAZIONE: allora Grosso ottobre si chiuderà in modo molto tranquillo e mite e novembre, come comincerà?
GROSSO: direi in modo più dinamico, sia per una possibile temporanea avvezione di aria fredda da est, sia molto più probabilmente per merito dell’Atlantico, che proverà a sfondare da ovest portando nuove precipitazioni di stampo autunnale sull’Italia.

REDAZIONE: il sole continua il suo lungo sonno, eppure gli effetti sul clima non si vedono affatto. Perchè?
GROSSO: prima di tutto perchè veniamo da un lungo periodo con attività solare particolarmente vivace, secondo perchè il Sistema Terra reagisce con lentezza ai capricci dell’attività solare. Gli scienziati comunque sono portati a credere che il minimo attuale, in caso dovesse ulteriormente persistere, finirebbe comunque per avere un effetto raffreddante nell’arco dei prossimi anni, non tale certamente da farci pipmbare in una nuova era glaciale, ma sufficiente per attenuare, almeno in parte, gli effetti del riscaldamento che stiamo sperimentando. Dovremmo infatti tornare al Minimo di Spörer (1416-1534), per pensare ad una simile gelida evoluzione.

REDAZIONE: siamo però entrati nell’ambito della manciata di anni con il minor numero di macchie dal 1850 ad oggi.
GROSSO: si ma qui non si tratta di scalare la classifica dell’ATP per dare maggiore rilevanza al fenomeno. Si tratta di capire se c’è davvero un così forte rapporto causa-effetto tra attività solare e clima del Pianeta; questa sorta di postulato, sposato da molti esperti, deve ancora in realtà essere pienamente dimostrato. Se pensiamo che lo studio dell’attività solare si limita a circa 160 anni, contro i circa 5 miliardi di vita del sole, capirete bene che siamo ancora all’asilo nido.

REDAZIONE: è possibile che la quasi biennale oscillazione dei venti della stratosfera subtropicale, unita al minimo solare, favorisca quest’anno un inverno freddo sull’Europa, inducendo movimenti anti-zonali nelle masse d’aria?
GROSSO: è l’ipotesi che prendono in considerazione le proiezioni stagionali, puntando sul freddo; sono però proiezioni che spesso lasciano il tempo che trovano. Bisognerà invece seguire attentamente i capricci del vortice polare e gli evenuali strat-warming, che già l’anno scorso hanno fatto lettaralmente impazzire gli addetti ai lavori. Soprattutto bisognerà tener conto delle manie di protagonismo dell’alta pressione in sede mediterranea, sarà lei, come sempre, il vero arbitro dell’inverno di casa nostra.
Autore : Alessio Grosso