00:00 18 Aprile 2018

GENOVA: la frana di via Digione e quei minuti pazzeschi nella primavera del 68

Tutti lo sapevano, alla fine arrivò il crollo e la gente morì.

Quel 21 marzo 1968 fu una giornata molto piovosa per la città di Genova, una pioggia battente, spesso trasportata dal vento in tutte le direzioni. Alle 18 dalla parete rocciosa alta una cinquantina di metri dell’antica cava sulla collina degli Angeli, si staccò un masso del peso di alcune decine di tonnellate che cadde ai piedi della parete.

Non tutti si accorsero di quanto stesse accadendo e non fiutarono il pericolo, rimanendo nelle proprie abitazioni di Via Digione. Nessuno nei successivi quaranta minuti gridò a quella gente di allontanarsi, l’ora decisa dal destino stava per scoccare, per 19 persone furono quelli infatti gli ultimi quaranta minuti della loro esistenza terrena.

Alle 18.20 infatti un’altra falda lastriforme dalle dimensioni enormi, piombò sul piazzale sottostante investendo i piani più bassi della palazzina di Via Digione al numero 8.

Un’ala del palazzo si abbattè al suolo portando con sè 34 appartamenti. La composizione geologica del terreno comprendeva calcari marnosi alternati ad argilloscisti in posizione di instabilità.

Pensate che la vecchia cava aveva interrotto i lavori nel 1909 proprio per questo motivo, ma nell’arco dei successivi 50 anni, la zona non era mai stata dichiarata ufficialmente "pericolosa". Vennero giù massi, sassi, lastroni, le perizie si sprecarono, ma l’edificazione non fu vietata perchè proprio queste piccole micro-frane (udite, udite!)servivano per ridare stabilità alla struttura rocciosa.

La gente si sentiva tranquilla: –han mandato qua gli "studiati"-commentavano. Così in tribunale la sentenza non fu di condanna giacchè si annoverò l’evento come più unico che raro nel genovesato. "Si poteva pensare ad una frana di modeste proporzioni, nessuno avrebbe potuto prevedere un simile evento".

Davvero raggelante constatare con quale abnegazione le autorità si occupino della incolumità dei cittadini, il Vajont del resto docet…

Autore : Report di Alessio Grosso