00:00 3 Marzo 2010

FREDDO in arrivo, ma occhio alle COMPRESSIONI

Confermato il calo delle temperature previsto per i prossimi giorni. In una prima fase, tuttavia, le compressioni potrebbero vanificare gli effetti dell'aria fredda a livello del suolo.

Siamo ormai alle porte di un periodo abbastanza freddo per la nostra Penisola. Un freddo talora intenso, ma sempre in un contesto più primaverile che invernale.

A marzo il potere riscaldante del sole è notevolmente superiore a quello che si ha nei mesi di dicembre e gennaio. Di conseguenza appena l’astro riesce ad imporsi sulla copertura nuvolosa, la temperatura inevitabilmente lievita.

Sono finiti i periodi delle grandi nebbie e delle inversioni in Valpadana. Il freddo ora arriva dall’alto ed al suolo non vi è più alcun “cuscino gelido” in grado di mantenere sottozero le temperature in pianura per diverso tempo.

Spesso e volentieri, quando l’aria fredda arriva di colpo, essa si presenta gelida solo in quota. Al suolo l’osservatore profano quasi non si accorge dell’arrivo del freddo, se non per una lieve contrazione delle temperature a causa del vento. Si tratta della famosa compressione.

In poche parole, basta salire un po’ di quota per accorgersi che effettivamente qualcosa è cambiato. Il calo delle isoterme previsto dai modelli di fatto è avvenuto, ma al suolo non si è ancora “trasmesso”.

Come fa allora il freddo a riversarsi dalla quota al suolo? Se ci sono delle precipitazioni il processo avviene tramite i rovesci. La pioggia (o la neve) riesce a trascinare parte del freddo dalla quota al suolo tant’è vero che, passato un acquazzone, la temperatura al suolo scende.

Se non sono presenti rovesci, la situazione è invece più “problematica”. Se è presente del vento, si deve attendere che questo si calmi. La sera e la notte, poi, devono essere serene. In questo modo il freddo presente in quota (che è più pesante) riesce a scendere al suolo per gravità e la mattina seguente troviamo il terreno gelato.

Morale della storia: se osservate dai modelli l’entrata di una -5° a 1500 metri, nel momento della sua entrata l’isoterma sarà quasi certamente compressa, con riflessi al suolo modesti. Solo successivamente il freddo troverà il modo per riversarsi più in basso, o con le precipitazioni o semplicemente per gravità.
Autore : Paolo Bonino