00:00 15 Gennaio 2013

Freddo: entri, non entri? E dove? E quando?

Seguiamo l'aria fredda nel suo difficile cammino alla conquista dell'Italia.

 Come dicevamo qualche giorno fa a proposito delle difficoltà che incontra solitamente una massa di aria fredda nel suo pecorso verso il nostro Paese  , anche in questo caso l’elefante partorisce, ma un topolino o poco più. Questo non per sminuire l’ondata di freddo invernale che noi stessi da giorni vi avevamo annunciato, ma per ridimensionare le apocalissi che ci tuonano attorno, soprattutto se seguiamo alla lettera quanto ci viene propinato in TV. Freddo si, ma nella norma per la stagione (siamo in pieno inverno).

Nel nostro caso il freddo, quello vero, arriverà principalmente dall’alto. La fusione tra un nucleo artico continentale, appoggiato al suolo, per gran parte al di là della porta di Trieste (vedi le super nevicate in Croazia e Slovenia), ma filtrato anche in val Padana per mezzo di deboli venti da est, e uno di origine marittima messosi in moto soprattutto in media troposfera dal nord Atlantico, darà luogo ad uno spessore freddo crescente con la quota. Ma quando il freddo, che pesa, si trova con il vuoto sotto i piedi (aria più calda), tende a rovesciarsi verso il basso. E’ l’innesco della convettività, leggi temporali.

Temporali di neve? Certo, o quantomento rovesci di neve. Qualcuno è gia avvenuto (Liguria, alta Toscana), altri sono attesi nelle prossime ore, e per essere più precisi a diverse riprese tra martedì 15 e giovedì 17, soprattutto tra l’entroterra ligure, l’Emilia, la Romagna, l’entroterra toscano, le Marche, l’Umbria e le colline laziali. 

Il freddo infatti la prenderà larga (vedi figura in alto), addentrandosi dall’Islanda attraverso il Regno Unito, per poi investire la Francia e quindi tuffarsi sul Mediterraneo attraverso le porte del Rodano e di Carcassona. Una volta giunto sul mare, decisamente più caldo, il nocciolo freddo come detto, si instabilizzerà e darà luogo a diversi corpi nuvolosi di tipo convettivo, responsabili delle nevicate sulle regioni sopra menzionate.

Un’ottima occasione per "rinverdire", si fa per dire, il nostro Appennino, in questa stagione lasciato sino ad ora fin troppo nell’angolo da parte delle intemperanze dell’inverno.

 

Autore : Luca Angelini