00:00 8 Giugno 2011

FREDDO: amore e odio, forse dipende dall’età

Le esperienze al freddo non sono sempre così utili e formative.

C’è stato un tempo della mia vita nel quale ho odiato il freddo con tutte le mie forze. Da bambino mi mettevano gli sci ai piedi anche quando non ne avevo voglia e mi portavano sulle piste nelle zone più fredde che io abbia mai sperimentato: Livigno, in alta Valtellina e la Conca dell’Alben in Val Serina nella Bergamasca.

Ricordo in particolare gli scarponi strettissimi che mi facevano congelare i piedi, le risalite infinite con gli skilift e implacabilmente il termometro che segnava dai 10 ai 13 gradi sotto lo zero. Livigno è molto più fredda della bergamasca ma il freddo che si patisce a gennaio nelle giornate serene alla Conca dell’Alben, dove il sole non arriva mai a battere nemmeno per un minuto sulla pista non ha paragoni. Forse non si può nemmeno più sperimentare quel gelo perchè la pista e l’albergo adiacente siano chiusi ormai da molti anni.

A Livigno altra esperienza drammatica: a -18°C bloccato sulla seggiovia a soli 11 anni. Vento tagliente con neve polverosa scaraventata in tutte le direzioni. Mi lanciarono una coperta ma io, paralizzato dalla paura, non riuscii nemmeno ad afferrarla e rimasi lì a sperare che quell’aggeggio ripartisse. Poco prima che mi prelevassero con una scala la seggiovia in effetti riprese la sua corsa. Il freddo insomma, essendo anche magrolino, l’ho sempre odiato finchè l’ho vissuto in prima persona, ma più che altro ho odiato lo sci, la fatica degli scarponi, il caos dei bar pieni di gente maleodorante dopo una giornata di sci, insomma da bambino ero un po’ viziato e pigro.

Con la neve invece il rapporto era diverso. Mi svegliavo di notte in montagna e quando sentivo che il rintocco delle campane era come attutito e la luce che entrava nella stanza dalla finestra si mostrava improvvisamente giallognola, capivo che lo spettacolo della neve era cominciato. Odiavo sentire il rumore delle pale che asportavano quel manto bianco che con tanta fatica si era depositato al suolo. La neve in città però mi piaceva ancora di più, perchè trasformava tutto. Seguivo per ore i fiocchi volteggiare nel cielo e sceglievo di seguire la traiettoria dei più grossi partendo dal cielo grigio, nel quale in caso di fenomeni abbondanti, era già possibile scorgerli nitidamente.

Il freddo non mi è più stato nemico da quando le case sono diventate super-riscaldate, forse è per questo che molti giovani amano il freddo; invece nella casa di mia nonna senza riscaldamento sino a pochi anni fa, ci si svegliava come Pozzetto nel film il ragazzo di campagna, roba da pinguini insomma. Oggi si festeggia un valore sottozero stando però ben rintanati in casa, diverso sarebbe passare tutta la notte fuori a far compagnia al termometro e vedere quanto scende.

Comprendo però che il gelo sia affascinante e per questo sorrido nel leggere che qualcuno ha fatto adirittura un video a Chicago nell’autolavaggio a -15 per vedere come gli si congelava l’auto. La vera passione porta a fare queste cose e talvolta anche di "peggio" però forse perchè la mia vita è ormai al giro di boa (e i ricordi infantili legati al gelo come detto non sono buoni), comincio quasi a preferire un bel prato verde in estate con tanto sole lassù tra i monti del Tirolo che una giornata sottozero.

Autore : Alessio Grosso