00:00 12 Novembre 2015

Forse un punto di svolta dalla terza decade novembrina

Un cambiamento dalla terza decade di novembre in avanti? La previsione del modello americano sembra in parte andare verso questa direzione. Vediamo nel dettaglio.

E’ un mese di novembre caratterizzato da un profilo termico estremamente mite quello che stiamo vivendo in questo scorcio d’autunno meteorologico. Gli scambi meridiani in grado di portare fasi perturbate alle medie latitudini sono praticamente annullati, mentre al contrario acquistano un’importanza fondamentale i flussi di calore provenienti dalle basse latitudini dell’oceano Atlantico e veicolati sul Mediterraneo da una circolazione atmosferica di tipo zonale. Gli anticicloni che interessano i settori meridionali europei, nonchè il bacino del Mediterraneo, sono alimentati da masse d’aria molto tiepide di origine subtropicale-oceanica, l’aria calda africana non c’entra nulla con questa calura, poichè in questo periodo dell’anno le aree desertiche sahariane e subsahariane hanno già perso gran parte del loro calore. La grande mitezza deriva quindi esclusivamente dal prelevamento di masse d’aria estremamente miti di origine oceanica.

Una condizione che potrebbe lasciar spazio ad un cambiamento del tempo sull’Italia entro la terza ed ultima decade novembrina. In questo lasso temporale, sperimenteremo un graduale abbassamento del flusso zonale oceanico, a tal punto da arrivare a coinvolgere le regioni settentrionali italiane. Ancora non possiamo sbilanciarci nè sull’entità di questo cambiamento, nè sulle caratteristiche ed impatto che avrebbe un’eventuale perturbazione sul nostro territorio, dettagli che andranno stabiliti in base a quello che sarà il comportamento di un fronte perturbato cui verrà affidato il compito arduo di "infrangere" la barriera anticiclonica. 

E’ curioso osservare come tale abbassamento del flusso zonale oceanico non derivi da un vero e proprio rallentamento della corrente a getto ma venga in realtà innescato dall’accrescimento di un’anticiclone ibrido termico previsto dai principali centri di calcolo sul continente euroasiatico. Trattasi del famigerato anticiclone russo-siberiano che conterrà al suo interno temperature molto rigide.

Quando la corrente a getto zonale troverà dinanzi a sè questo "muro", sarà costretta a dividersi n due tronconi: 

– il primo verrà dirottato verso nord, andando così ad intrudere il cuore del Vortice Polare, come un cane che si morde la coda, agevolando la lenta e graduale penetrazione dell’aria fredda pellicolare sulla Russia fino al confine con l’Europa. 

– il secondo ramo della corrente a getto transiterà invece verso latitudini meridionali, aggirando da sud l’ostacolo del freddo e portando quindi instabilità e tempo incerto sui settori centrali d’Europa.

Sarà proprio questo troncone perturbato costretto a fronteggiare l’ostacolo anticiclonico ormai da molti giorni presente sul Mediterraneo. Una conflitto il cui esito finale trascinerebbe con sè una prima perturbazione diretta al bacino del Mediterraneo nella terza decade di novembre. potrebbe essere questo il punto di partenza orientata verso una rottura del perdurante regime anticiclonico ormai radicato sul bacino del Mediterraneo. 

Seguite gli aggiornamenti. 

Autore : William Demasi