00:00 3 Marzo 2008

Foehn e alta pressione, è stata la domenica dei RECORD

La primavera si è presentata in abito nuziale in questa prima domenica di marzo. Le temperature in molti casi hanno raggiunto punte estive mentre il vento ha ripulito le grandi città dagli inquinanti.

La primavera meteorologica ha esordito con una veste più simil-estiva che tardo invernale. Aria mite e umida proveniente dall’Atlantico è giunta sulle nostre regioni con curvatura anticiclonica, stringendo contemporaneamente una alleanza con gli effetti favonici prodotti dalle nostre montagne.

Alpi e Appennini hanno quindi elargito il loro determinante contributo a questa domenica che molte persone hanno potuto cosi trascorrere all’aria aperta in parchi e giardini ma anche a spasso per i monti e lungo le spiagge. Ovunque la musica primaverile ingentilita dalla presenza del pacato cinguettio degli uccellini l’ha fatta da padrone dando la falsa illusione di un inverno ormai morto e sepolto.

Le temperature hanno sbaragliato record termici di notevole portata, non tanto nel singolo evento, quanto nell’estensione della mitezza climatica. Spicca su tutte la città di Ferrara che ha registrato una massima di ben 28°C.

Non di meno sono state Pescara, Bologna, Parma con il foehn appenninico che ha trascinato le quotazioni termiche al rialzo fino a raggiungere la hit di 27°C. Non potevano mancare Milano e Bolzano dove il favonio alpino ha lavorato duro scaldando l’aria dei due capoluoghi fin oltre i 25°C.

Una ventilazione sostenuta ha accarezzato per l’intera giornata tutta la nostra Pensola facendo tirare un sospiro di sollievo alle grandi città ultimamente sommerse in modo persistente dallo smog. Erano infatti ormai molti giorni che la qualità dell’aria nei grandi centri urbani aveva fatto ventilare l’ipotesi di un imminente serie di provvedimenti (spesso solo fittizi) come il blocco della circolazione veicolare privata.

La Natura però ci ha anticipato provvedendo in modo impeccabile, cosi le polveri sottili, il famigerato PM10, il monossido di carbonio, il biossido d’azoto e gli altri veleni prodotti dalla combustione sono stati dilavati drasticamente e l’aria si è infarcita di un piacevole profumo di montagna anche nei centri urbani solitamente congestionati dal traffico.

Un ultima nota: intorno alle 17 di domenica a 11mila metri di quota la corrente a getto spingeva da nord-ovest oltre i 270 km/h provocando sulle Alpi Marittime un suggestivo e curioso pennacchio di nubi alte e stratificate noto come “onda orografica”. Chi si trovava in volo da quelle parti ha potuto ammirare da vicino la maestosità di questo spettacolare fenomeno.
Autore : Luca Angelini