00:00 21 Novembre 2017

FINE NOVEMBRE: ancora discrepanze nella previsione dei due principali centri di calcolo, vediamo quali

La terza ed ultima decade di novembre potrebbe concludersi sotto condizioni atmosferiche di grande instabilità, tuttavia appaiono ancora poco chiare le dinamiche insite all'interno della nuova circolazione che verrà a crearsi sul nostro continente europeo.

Giungono quest’oggi conferme di grande dinamicità nella circolazione atmosferica relativa all’ultima settimana di novembre; ambo i centri di calcolo europeo ed americano, mettono in luce una dinamica di tipo instabile nella quale verrebbero messe in gioco masse d’aria fredda di origine ARTICA. Tutto questo avrebbe origine nel consolidamento di una onda di Rossby molto pronunciata, probabilmente tra le migliori dell’autunno 2017. Ritroveremo quindi un vistoso anticiclone fortemente sbilanciato verso le latitudini settentrionali dell’oceano Atlantico a completare la sinottica di un grande scambio meridiano.

L’Europa verrà a ritrovarsi nella traiettoria di una forte discesa d’aria artica che confluirà all’interno di una vasta saccatura, i modelli non riescono ancora ad interpretare correttamente in quale modo l’aria fredda convogliata dalla vasta depressione potrà interagire con l’orografia del continente europeo. Vi sono delle discrepanze anche nelle tempistiche in cui si potrebbe manifestare il raffreddamento della temperatura che macinerebbe chilometri dalla Penisola Scandinava dipanandosi verso l’Europa.

Secondo l’aggiornamento del modello europeo, il raffreddamento della temperatura sui bacini settentrionali del Mediterraneo si farebbe sentire già dalla serata di domenica 26 novembre, proseguirebbe anche nei giorni successivi e vi potrebbe essere una chance di neve a bassa quota sulle regioni del nord tra martedì 28 e mercoledì 29 novembre.

L’ipotesi messa in luce dal modello americano ritarda alla fine del mese l’ingresso franco dell’aria fredda sul Mediterraneo, in questo caso l’aria fredda punterebbe in modo più deciso verso l’area centro-ovest Europea (Francia, Iberia) penetrando sul Mediterraneo attraverso il Golfo del Leone. L’ipotesi del modello europeo contempla anche un raffreddamento dalla porta della Bora, dalle conseguenze sicuramente più efficaci.  

Ad ogni modo, tutti i modelli sono concordi nel disegnare una ripresa pronunciata dei flussi di calore a carico della prima onda (oceano Atlantico) ad intrudere il Vortice Polare. Di conseguenza vi sarebbe una forte discesa d’aria artica sul continente europeo con in vista alcuni giorni di spiccata instabilità.

ll contesto delle temperature sicuramente più freddo al nord rispetto al centro ed al sud, comunque senza valori di gelo in previsione per le pianure. 

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Autore : William Demasi