00:00 24 Ottobre 2006

Estinzioni di massa e vulcani

Scoperti importanti indizi sulle cause delle grandi estinzioni di massa avvenute tra la fine del Silurano e il Devoniano, circa 360 milioni di anni or sono.

Nella lungo tragitto della vita sulla Terra, iniziato dai due ai tre miliardi di anni or sono, i vertebrati iniziarono a colonizzare per la prima volta le terre emerse solo 415 milioni di anni fa, ma circa 360 milioni di anni fa, qualche avvenimento determinò un’estinzione di massa di questi ultimi.

Per i successivi 15 milioni di anni, i superstiti di tale crisi furono pochissimi, tesi confermata dalla scarsa diffusione di reperti fossili, ma poi, improvvisamente, iniziano a diventare sempre più abbondanti. Nota come lacuna di Romer, dal nome del paleontologo Alfred S. Romer, questa carenza di fossili sembrava riguardare soltanto gli anfibi, lontani antenati dei dinosauri.

Un gruppo di paleontologi dell’Università di Washington diretto da
Peter Ward ha identificato un fenomeno analogo, nello stesso periodo geologico riguardante gli artropodi non marini. Come spiega Ward, in un recente articolo apparso su Proceedings of the National Academy of Sciences, all’origine di questo fenomeno ci sarebbe stato un
improvviso abbassamento dei livelli di ossigeno atmosferico.

Alla fine del Siluriano, periodo geologico compreso tra i 410 e i 440 milioni di anni or sono, l’ossigeno rappresentava circa il 22 per cento dell’atmosfera, un valore paragonabile a quello odierno, ma dopo 55 milioni di anni la percentuale era scesa ad appena il 10-13%,
per poi risalire nell’arco di 30 milioni di anni sino a raggiungere i livelli precedenti. Infatti la fine di queto periodo geologico, coincide con l’Orogenesi Caledoniana, cioè un periodo di forte attività sismica e vulcanica che diede origine alle più antiche catene montuose del Pianeta, determinando notevoli cambiamenti nella concentrazione dei gas atmosferici.

Ciò concorda con la possibilità di due ondate di colonizzazione delle terre emerse. Nel corso della prima colonizzazione, gli animali non dovevano essere forniti di polmoni molto efficienti e quindi molto più suscettibili alle variazioni atmosferiche. Nel corso della seconda ondata alcune specie avrebbero sviluppato un apparato respiratorio più efficiente, e fra questi in particolare i dinosauri, che incredibilmente sopravvissero anche a periodi di estinzione di massa che interessarono altre classi di animali e coincidenti, ancora una volta, con concentrazioni di ossigeno atmosferico molto basse. Una spiegazione di questo fatto è che il sistema di sacche aeree respiratorie, presente nei dinosauri e negli uccelli, i loro attuali discendenti, è il più efficiente fra quelli utilizzati da tutti gli organismi.
Autore : Luca Savorani