00:00 22 Agosto 2006

ENERGIA PULITA: lo Specchio di Archimede

Alla ricerca di nuove possibili energie alternative.

Eccoci di nuovo a parlare di energie alternative in grado di sostituire nel prossimo futuro i carissimi combustibili fossili
tanto dannosi, quanto in via di “estinzione”.

Ci vorrà qualcosa per sostituirli! Non il nucleare di oggi, dato che produce ingenti quantitativi di scorie radioattive.
Forse in un prossimo futuro si arriverà alla fusione nucleare, ma oggi siamo ben lontani da poterla utilizzare in sostituzione al petrolio. Le biomasse possono dare un contributo limitato e lo stesso accade per l’energia solare tradizionale, quella fotovoltaica e l’energia eolica. Anche se quest’ultime passassero dal 2 al 5 per cento della produzione energetica di un Paese, non risolverebbero il problema perchè hanno un limite: ciò che producono non si può accumulare, lo si può al massimo sfruttare per usi secondari. L’energia fotovoltaica ad esempio, non si produce di notte e si produce in bassissima quantità quando il cielo è nuvoloso, cioè nei momenti in cui servirebbe di più.

Il vero problema quindi sta nel fatto di poter accumulare questa energia e lo si può fare in due modi: attraverso l’utilizzo dell’energia prodotta in eccesso per produrre idrogeno o attraverso l’energia termica.

Il progetto innovativo del Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia si ispira a quanto accadde a Siracusa 212 anni prima di Cristo, quando Archimede utilizzò degli specchi per concentrare i raggi del Sole sulle navi romane che assediavano la sua città. Oggi quest’idea si è trasformata in una serie di specchi parabolica dislocati in un chilometro quadrato di superficie. Gli specchi, di circa cinque metri di diametro, concentrano il calore del Sole su una serie di condotti, in cui viene fatta scorrere una miscela di sali che si riscaldano sino a 550°C.

Questi sali ampiamente utilizzati come fertilizzanti, sono economici, facilmente reperibili e compatibili con l’ambiente. La soluzione salina ad alta temperatura confluisce in un serbatoio detto “serbatoio caldo” e inviata ad uno scambiatore di calore dove viene prodotto vapore, che come nelle centrali elettriche, aziona una turbina che genera energia elettrica. Il fluido, che ha ceduto parte del suo calore, ad una temperature di 290°C viene convogliato in un altro serbatoio, “serbatoio freddo” e quindi reimmesso in circolo.
Il calore accumulato nel “serbatoio caldo” serve a compensare le irregolarità dell’irraggiamento solare e a fornire energia anche di notte.

Con l’utilizzo di un complesso algoritmo, il computer centrale calcola la miglior inclinazione degli specchi ai fini della concertazione dei raggi ottimale. Certamente non si tratta dell’energia alternativa che sconvolgerà il nostro Pianeta e che ci libererà dalla schiavitù dei combustibili fossili, ma credo sia un’alternativa energetica importante, da non sottovalutare e magari da abbinare ad altre energie pulite. Intanto il costo del petrolio aumenta e le scorte si riducono, mentre il Pianeta soffoca.
Autore : Luca Savorani