00:00 30 Gennaio 2001

Ecco perchè al nord si instaurerà una corrente favonica

Il vento da nord pronto ad entrare in azione a partire dal Canton Ticino.

Lo scarto barico tra i due versanti alpini sta cominciando a dare i suoi frutti. In quota infatti si sta intensificando il vento da nord.
L’occlusione presente sulle Venezie impedisce per il momento lo sviluppo di tale corrente fino in pianura ma, con il passare delle ore, il flusso settentrionale si svilupperà ulteriormente, monopolizzando la situazione a tutte le quote.

L’addensamento di aria più fredda ed umida al nord delle Alpi è testimoniata dalla presenza di quella nube che risale fin verso il ghiacciaio dell’Aletsch. L’aria fredda è infatti più densa e pesante di quella calda e determina quel rialzo barico che la natura cerca poi di compensare inviando una corrente d’aria verso il sud delle Alpi.

La presenza della barriera alpina determina la ricaduta favonica sul versante sottovento, la dissipazione delle nubi e dell’umidità e tempo soleggiato, qualunque sia la temperatura d’origine della massa d’aria. Soffierà ovviamente un favonio freddo se sul versante nord-alpino si partiva al suolo con valori attorno allo zero o inferiori, si avrà invece una ricaduta favonica calda se al nord delle Alpi si misuravano al suolo valori di +5°C. (D’estate la situazione può cambiare leggermente ma ne parleremo a tempo debito.)

Se il favonio spira da un NORD netto e definito con tendenza a qualche raffica anche da NE, prende il nome di Tramontana, ma sempre di vento catabatico si parla, se spira da NW prende più tipicamente il nome di favonio.

L’alta pressione dunque tende di norma ad inseguire la bassa cercando di colmare la differenza di temperatura tra le diverse zone. Oggi la bassa pressione relativa presente sul Tirreno fungerà da esca.
Solo con la cessazione del vento si potrà comprendere appieno che caratteristiche aveva l’aria affluita da nord.
Autore : Alessio Grosso