00:00 22 Aprile 2015

Ecco i veri registi del clima: altro che CO2…

Interessanti ricerche aiutano a comprendere meglio come stiano cambiando le configurazioni bariche sul Pianeta.

Tralasciando per un momento l’importantissimo ruolo dell’attività solare sui cambiamenti climatici, concentriamoci su uno studio riguardo le dinamiche delle masse glaciali di entrambi i poli; in base a tale lavoro si è riusciti a stabilire alcune mutazioni delle figure bariche e dei posizionamenti della circolazione a celle presente sul nostro Pianeta. 

Innanzitutto è fuor di dubbio che, in sede artica siano aumentati i periodi con presenza di acque libere da ghiaccio, così come sulla Penisola Antartica occidentale; il ghiaccio si scioglie in anticipo su queste zone e torna a congelarsi con ritardo.

Tutto questo viene innescato dalla diminuzione dell’effetto albedo, in pratica la superficie liquida si scalda di più, perchè assorbe una maggiore quantità di energia dalla radiazione solare.  Sono state studiate poi alcune anomalie bariche, che generano nei bassi strati venti tali da spingere i ghiacci lontano dalle calotte polari. In questo modo si scioglie più ghiaccio del normale.

Questa sorta di retroazione positiva è per i ricercatori il segnale di una fase positiva degli indici barici NAM e SAM (rispettivamente North Anular Mode e South Anular Mode), esaltata da uno spostamento della circolazione atmosferica che si è reso evidente nel nostro emisfero soprattutto a partire dagli anni 80. 

Questi cambiamenti sono già stati oggetto di approfondimento da parte di MeteoLive, ma ve ne menzioniamo comunque alcuni che potrebbero suscitare la vostra curiosità: 
-la cella di Hadley ha spostato il suo raggio d’azione verso nord, non necessariamente quando è forzata a farlo degli episodi del Nino, in questo modo ci piombano addosso con sempre maggiore frequenza gli anticicloni africani; si intensificano le correnti occidentali alle alte latitudini e spingono aria mite verso le zone polari; di conseguenza il ghiaccio marino tende a ricrearsi con difficoltà e complessivamente dura di meno. 

-Da notare come sull’Antartide orientale questo schema non funzioni e il ghiaccio tenda ad aumentare quasi costantemente. Da questa analisi scartiamo per ragioni pratiche l’influsso oceanico che concorre a trasportare calore verso il Polo.  

Il cambiamento di circolazione atmosferica, che ha agito in modo molto repentino e non può essere in alcun modo collegato alla forzante antropica legata all’aumento della CO2 in atmosfera, che viceversa è GRADUALE, potrebbe invece risultare la causa principale della fusione dei ghiacci che si riscontra al Polo e in parte anche sulla Penisola Antartica, di cui però si tiene sempre in scarso conto l’attività vulcanica che ne caratterizza la zona. 

Ignorare che il clima cambia da sè, senza che l’uomo ne sia necessariamente il regista è un grave errore della comunità scientifica legata all’IPCC; sembra che la forzante umana sia diventata di colpo l’unica ragione per cui l’atmosfera possa scaldarsi.

Autore : Alessio Grosso