00:00 28 Dicembre 2006

E’ nata una NUOVA ISOLA nell’arcipelago delle Maldive; peccato si tratti di un’isola artificiale!

Mentre secondo gli scienziati, il riscaldamento globale determinerà un innalzamento del livello degli oceani che porterà all'inondazione di molti tratti costieri e alla scomparsa di interi atolli tropicali, per risolvere i problemi di sovraffollamento della piccola Male, la Capitale delle Maldive è sorta una isola artificiale al centro di una splendida laguna blu.

Le Maldive, famoso paradiso tropicale, è anche un posto molto affollato per vivere. La popolazione locale si vede costretta dalle grandi multinazionali a lasciare i paradisi tropicali nativi per favorire lo sfruttamento turistico, relegandola a viviere in spazi sempre più ristretti.

I maldiviani devono così fare i conti con l’elevata sovrappopolazione della capitale dell’arcipelago, la vicina Male. Le autorità locali hanno quindi deciso di realizzare un’isola artificiale colmando di sabbia una grande laguna blu, devastando irrimediabilmente la barriere corallina sottostante e danneggiando gravemente l’ecosistema marino.

Hulhumale, questo il nome dell’isola artificiale sorta dalla laguna ormai da qualche anno, ospita attualmente oltre 2000 persone. Quando sarà completata, il governo spera che il 15% degli abitanti del Paese, 300.000 persone in prevalenza musulmani, vi si trasferisca nel giro di 15 anni. “Il nostro obiettivo per il 2020 sono 50.000 abitanti sull’isola”, afferma Mohamed Shahid del Dipartimento per lo sviluppo di Hulumale.

La “neonata” isola copre attualmente una superficie di 188 ettari, più o meno la dimensione dell’isola di Male, ma dovrebbe raddoppiare nella prossima fase di bonifica, che inizierà nel 2010. “Il progetto è dovuto a un solo motivo: la mancanza di spazio a Male” afferma Shahid.

Tra quarant’anni, quando Hulumale dovrebbe essere completata, più della metà della popolazione dell’intero arcipelago potrà esservi ospitata. Una opera gigantesca, in cui sono stati spesi finora 63 milioni di dollari tra spese di bonifica e di costruzione, realizzata due metri sopra il livello del mare in previsione degli effetti del riscaldamento globale.

Il contrasto tra Hulumale, che appare ora come una vasta pianura rettangolare, e il resto delle Maldive con le loro 1.200 piccolissime isole coperte di palme, è piuttosto stridente. Solo 200 delle isole sono abitate, in media da poche centinaia di persone e soprattutto dai turisti che alloggiano in villaggi tra i più esclusivi e costosi dell’Asia meridionale.

L’area dell’isola di Male era già stata raddoppiata con diverse tecniche, ma ora si è raggiunto il limite naturale: la barriera corallina, oltre la quale il fondale oceanico declina bruscamente. Male, sovraffollata capitale dell’arcipelago, è un’isola di appena 800 metri di larghezza per 2 km di lunghezza, dove 75.000 persone vivono in condizioni spesso difficili a causa della congestione delle strade e della mancanza di spazi aperti. Il presidente delle Maldive Maumoon Abdul Gayoom, che ha promosso il “progetto Hulhumale”, sta offrendo incentivi e sconti fino al 40% sui terreni rispetto ai prezzi della capitale, per chi accetti di trasferirsi.

La neonata Isola Hulumale si avvia ad essere un’altra attrazione turistica: è stata collegata a un’isola vicina, che ospita l’aeroporto internazionale delle Maldive, è già servita da una manciata di negozi e abbellita con alcune palme, trapiantate da chissà dove. Per il momento, però, gli abitanti sembrano apprezzarne soprattutto la tranquillità e l’abbondanza di spazio. Alcuni residenti si lamentano della difficoltà dei trasporti, perché l’unico collegamento con la capitale è via motoscafo o traghetto.

Ma c’è da scommettere che la quiete a Hulhumale durerà ancora per poco; vita notturna, hotel, ristoranti e negozi arriveranno presto. Infondo l’arcipelago è “ricco” e il sacrificio di un’isola e di una parte dell’ecosistema marino si è reso assolutamente necessario! Ma chissà come potrebbe reagire la natura in futuro?
Autore : Luca Savorani