00:00 4 Maggio 2007

DOSSIER CLIMA: 4^ parte; “la fase naturale di riscaldamento climatico che stiamo vivendo scatenerà a breve una guerra dell’acqua?”

Si conclude il "Dossier clima" su MeteoLive con l'analisi del problema acqua. Si parla infatti molto di energia alternativa, di limitazioni nell'uso dei combustibili fossili ma molto poco dell'elemento più prezioso di cui l'uomo disponga: l'acqua!

Acqua! Una risorsa che abbonda sulla Terra ma il cui 98% è purtroppo salata.
Solo il 2% è acqua dolce, l’uomo ne utilizza lo 0,02%.
Annualmente ogni abitante potrebbe disporne nella misura di 6900 metri cubi per abitante. Non è poco!

Nel mondo circa il 19% dei decessi è dovuta al consumo di acqua contaminata, ogni giorno 6000 bambini muoiono per malattie diarroiche.
Oltre un miliardo e mezzo di persone non hanno accesso all’acqua dolce e si trovano al di sotto della soglia minima stabilita dalle Nazioni unite, cioè 1000 metri cubi d’acqua pro capite all’anno.

ALCUNI ESEMPI
In Asia centrale il Syrdar’ya e l’Amu-Dar’ya riversano sempre minori quantità d’acqua nel lago d’Aral, che dal 1960 ha ridotto notevolmente il suo volume.

Il Giordano, le cui acque vengono utilizzate da Giordania ed Israele, è arrivato a prosciugarsi fin quasi a zero.

Il fiume Giallo nella Cina del nord presenta episodi sempre più significativi di prosciugamento.
Il volume di questi fiumi si è abbassato così repentinamente che chiamare in causa il riscaldamento globale e il cambio climatico per spiegarlo appare assurdo: sono stati gli uomini a pompare, deviare e consumare le acque per provvedere ai propri bisogni che hanno prosciugato questi fiumi.

Nel Midwest americano i produttori irrigano in modo importante i loro campi attingendo l’acqua dalle immense falde acquifere dell’Ogallala, che fornisce d’acqua il 20% delle terre irrigate degli Stati Uniti e il cui livello diminuisce ogni anno. Al ritmo di estrazione attuale la falda dell’Ogallala sarà esaurita entro 30 anni. Nel Texas la diminuzione della falda comporta attualmente l’abbandono dei terreni irrigati al ritmo dell’1% annuo con conseguenze che a lungo potrebbero pesare enormemente sull’economia.

Il lago Ciad, ai confini con il deserto del Sahara, è alla congiunzione di 4 stati: Niger, Ciad, Nigeria e Camerun. Nel 63 copriva una superficie di 25.000 kmquadrati, oggi è ridotto a meno di un decimo, solo 2000, la diminuzione dei suoi affluenti sta facendo scomparire il lago. Qui c’è in effetti una motivazione legata alla siccità ma anche ad uno sfruttamento selvaggio per l’irrigazione.

In Cina, nella zona di Pechino, il prelievo eccessivo dalla falda freatica ne ha fatto sprofondare il livello di quasi 60 metri in mezzo secolo. Oggi in estate nella Cina del nord si raziona l’acqua.

OSSERVAZIONI
Dal 1950 al 2000 la popolazione mondiale è più che raddoppiata, siamo ormai oltre 6 miliardi e il consumo d’acqua è quadruplicato.
Ma quali sono le zone del pianeta in cui l’acqua risulta più abbondante?
L’Alaska: 1.500 metri cubi per abitante.
La Guyana: 812.000 metri cubi per abitante
L’Islanda: 609.000 metri cubi per abitante
Canada: 94.300 metri cubi per abitante.

Quali invece i Paesi nei quali si soffre di più?
Singapore: 149 metri cubi per abitante
Malta: 129 metri cubi per abitante
Libia: 113 metri cubi per abitante
Striscia di Gaza: 53 metri cubi per abitante
Kuwait: 10 metri cubi per abitante

Di quanta acqua disporranno in futuro le nazioni del mondo?
Tutti gli stati probabilmente subiranno una riduzione delle loro riserve. Ad esempio in Arabia Saudita si passerà da 118 metri cubi a 70 metri cubi nel 2025, in Libia da 113 a 47, in Spagna da 2700 a 2500, paradossalmente secondo la FAO, l’unico Paese nel quale si dovrebbe riscontrare un aumento è proprio l’Italia, che passerebbe da 3190 a 3325 metri cubi per anno pro capite.
A livello mondiale l’agricoltura è responsabile di quasi il 70% del consumo d’acqua.

Ora resta da capire se le guerre dell’acqua sono solo uno spauracchio o una minaccia concreta.
Medio Oriente, Africa ed Asia sono sotto stretta osservazione. Il Re Hussein di Giordania riteneva che il solo fattore che avrebbe potuto condurre Amman ad entrare in guerra contro Israele avrebbe potuto essere la questione ACQUA.
Sono ben 12 gli ipotetici conflitti che potrebbero scoppiare a causa dell’acqua, la grande parte nell’area mediorientale.

Abbiamo affrontato alcune problematiche del cambio climatico che influenzano in modo diretto o indiretto la nostra vita, ora sta a voi approfondire. Su MeteoLive, oltre al dossier, c’è moltissimo materiale utile, segnatamente nelle rubriche “Editoriali”, “in primo piano” e “natura e meteo”: leggendo questi pezzi potrete fare delle comparazioni tra chi disegna scenari catastrofici e chi minimizza il problema.

Bibliografia: ACQUA, spartizione di una risorsa di F.Lassere, Ponte alle Grazie editore.
Autore : Report di Alessio Grosso