00:00 12 Dicembre 2008

Domenica e lunedì, Italia ancora nell’occhio del ciclone e su Piemonte occidentale e Valle d’Aosta la neve torna a portata di mano

Dopo una breve e parziale tregua nella giornata di sabato, sono in arrivo nuove precipitazioni che si protrarranno fino alla prima metà della prossima settimana. Al nord-ovest altre sorprese bianche potrebbero pararsi dietro l'angolo anche a quote molto basse. Vediamo dove e perchè.

Questa volta arriva direttamente dalla “terra glacialis”, ossia dalla Groenlandia. La grande isola artica è un enorme serbatoio di aria fredda e in questo periodo risulta ben più produttivo dell’altro grande magazzino del freddo, quello siberiano.

Quest’ultimo comparto in effetti appare un po’ sotto tono, anche se la circolazione generale dell’atmosfera sta rivoltando le carte per piazzare sulla zona un potente anticiclone ibrido a raffreddare l’attuale non inverno russo. L’Orso inizia a vagire ma sull’Italia per ora nessuna novità.

Occhi puntati invece sull’Atlantico settentrionale, fucina di perturbazioni con tanto di biglietto sola andata per il Mediterraneo centro-occidentale. L’Italia fino alla metà della prossima settimana si troverà ancora nell’occhio del ciclone e attorno allo Stivale si pareranno diverse masse nuvolose che si fonderanno in un unica enorme spirale perturbata.

Dopo una breve ed estemporanea tregua, per lo meno per quanto riguarda le precipitazioni, ecco dunque un nuovo peggioramento. L’aria in questione sarà più fredda di quella che ci lascerà quindi sarà senz’altro da valutare la modifica delle quote neve.

I fiocchi torneranno a guadagnare terreno soprattutto al nord-ovest. Al momento le pianure piemontesi occidentali e i fondovalle aostani se la giocano sul filo del rasoio, mentre altrove il manto bianco sarà destinato ai rilievi, seppur a quote basse come sull’ovest della Lombardia dove a inizio evento potrebbe scendere fino a 400-600m. Altrove ci si porta via via su quote più elevate, con un livello medio intorno 900-1100 metri sulle Alpi orientali e fino a 1200-1300 metri sull’Appennino tosco-emiliano.

Possibilità di rovesci anche a sfondo temporalesco la notte e la prima mattina di lunedì lungo il versante tirrenico. Una situazione delicata insomma, considerata la grande quantità d’acqua caduta in questi ultimi giorni.
Autore : Luca Angelini