00:00 11 Settembre 2019

Diverse DIGHE riducono alla fame intere popolazioni e alterano il clima; immane lo spreco d’acqua!

Rapporto sconcertante del WWF.

Acqua, bene sempre più prezioso, apprezzato maggiormente da quando le anomalie climatiche, negli ultimi anni, la distribuiscono in maniera più irregolare rispetto al passato.

Gestione delle risorse idriche: ecco il punto debole che mina il miglior utilizzo del liquido vitale. In un rapporto del WWF, redatto per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, la voce che più fa riflettere riguarda gli sprechi d’acqua nel mondo.
Si calcola che per l’agricoltura venga utilizzato circa il 70% delle risorse mondiali o addirittura l’80-90% nei Paesi meno sviluppati.

Purtroppo solo il 50-60% riesce a raggiungere effettivamente lo scopo e il resto si perde durante il trasporto! Diverse nazioni come la Cina, l’India, il Pakistan ma anche gli USA, l’Australia e la Spagna sono al limite delle capacità rigenerative delle risorse d’acqua.

Nella maggior parte dei casi i sistemi di irrigazione sono inadeguati e spesso si coltivano delle varietà vegetali non adatte all’ambiente circostante. In alcune zone poi i terreni si abbassano di diversi metri all’anno e le falde sono sempre più contaminate da scarichi industriali e veleni d’ogni tipo.

Le leggi in materia d’ambiente, sempre troppo deboli e permissive non riescono a far fronte alla situazione.

Quali sono le coltivazioni che richiedono un maggior dispendio d’acqua? Riso, cotone, frumento e canna da zucchero.

Eppure basterebbero semplici accorgimenti: ad esempio, nel bacino del fiume Niger si tende a coltivare il riso durante la stagione secca; se invece si passasse al frumento il consumo d’acqua sarebbe ridotto del 40%.

L’acqua che attraverso l’irrigazione viene restituita all’ambiente è, suo malgrado, aggravata da pesticidi e fertilizzanti usati senza alcuna discriminazione nei Paesi più poveri.

Non meno importante il problema dei grandi sbarramenti su fiumi e laghi. Le dighe più grandi se da un lato producono molta elettricità, dall’altro alterano il clima di un’intera regione, causano morie di grandi quantitativi di pesce e riducono l’acqua potabile a disposizione delle popolazioni locali.

In Pakistan ad esempio le dighe a monte del fiume Indo e l’irrigazione fanno scarseggiare l’acqua nella stessa capitale, Karachi, e hanno ridotto alla miseria quasi 6 milioni di persone nella regione più meridionale di Sindh, la cui fonte di sostentamento principale era la pesca.

La guerra per l’acqua e la lotta all’accaparramento dei bacini idrici sembra purtroppo una realtà sempre più vicina, specie nei Paesi in via di sviluppo.

Autore : Alessio Grosso