00:00 5 Febbraio 2014

Cosa succede quando il freddo resta in quota?

Freddo in quota è spesso sinonimo di instabilità. Solo successivamente l'aria fredda può rovesciarsi al suolo dando origine ad un calo delle temperature.

La quota e il suolo: due entità distinte, che però tendono ad influerzarsi reciprocamente. Nell’immaginario collettivo la temperatura dell’aria tende a diminuire all’aumentare dell’altezza. Questo è in gran parte corretto, anche se non sempre la situazione risulta così semplice.

A parità di umidità, l’aria fredda pesa di più rispetto a quella calda. In una notte invernale, serena e senza vento, i fondovalle sono spesso assai più freddi delle vette, proprio per questo fatto. Anche in Pianura Padana, nei mesi invernali, è assai frequente il fenomeno dell’inversione termica, che crea spesso banchi di nebbia, oltre ad intrappolare le sostanze inquinanti in prossimità del suolo.

L’inversione termica, di conseguenza, si ha quanto l’aria in quota è più calda rispetto a quella presente al suolo. Questa situazione è tipica delle alte pressioni, che favoriscono quindi la stabilità.

La situazione opposta, invece, si ha quando ad una certa quota è presente una massa d’aria molto più fredda rispetto al suolo. Secondo le leggi della fisica, questa situazione è instabile, nel senso che non può mantenersi a lungo. L’aria fredda, pesando di più, scalza quella calda sottostante. L’aria calda e umida scalzata si solleva, dando origine a nubi a sviluppo verticale foriere di temporali e rovesci.

Il temporale, in questo caso, è il mezzo che la natura adotta per far precipitare il freddo dalla quota verso il suolo, tentando di creare un maggior equilibrio termico tra le varie altezze. L’aria fredda in quota, di conseguenza, si rovescia al suolo tramite i sistemi temporaleschi. Ecco quindi il tracollo termico che si ha ogni qualvolta transita un temporale o un forte rovescio sulla nostra verticale. All’interno di esso possono inoltre vedersi anche fiocchi di neve con temperature di molto sopra lo zero proprio per l’effetto di rovesciamento del freddo dall’alto.

Autore : Paolo Bonino