00:00 18 Marzo 2010

Confutiamo PUNTO per PUNTO le convinzioni catastrofiste: ecco il caldo che NON fa paura

Siamo davvero irriversibilmente lanciati verso il caldo e la desertificazione? Vi dimostriamo che non così.

Caldo eccessivo, desertificazione, malattie, ambiente inquinato: sembrano ormai le maggiori preoccupazioni ambientali del nuovo millennio.
Diamo un rapido sguardo a quanto è accaduto negli ultimi anni attraverso alcune schede utili ai meno esperti, analizziamo insieme criticamente i dati proposti dagli ambientalisti.

1999
Secondo gli ambientalisti la Nina ha prodotto 100.000 morti.
COMMENTO
Una banalità: come può un fenomeno assolutamente ciclico che esiste forse da migliaia di anni cogliere impreparata una popolazione? Le vittime sono come sempre da ricondurre alla cattiva gestione o al totale stato di abbandono di quelle terre.

Nel solo mese di gennaio negli States vi sono stati 200 tornadi, un vero record. Tra giugno e luglio Mosca ha sofferto una forte calura con temperature anche superiori ai 30°C.
COMMENTO
Da sempre gli States convivono con tornado di ogni sorta e anche un raffreddamento del clima potrebbe ripresentarceli anche più forti e frequenti.

Tra luglio e ottobre piove a sorpresa nel Sahel, nell’Africa occidentale. Nel febbraio del 99 si registrano notevoli accumuli di neve al nord delle Alpi. A Galtur, in Austria, una valanga provoca molte vittime.
Alla fine del 99 Lothar sconvolgerà l’Europa.
COMMENTO
Le nevicate a nord delle Alpi con correnti da nord provocano forte stau orografico che può accumulare anche metri di neve. Nell’occasione di Galtur un meteorologo austriaco per giorni aveva consigliato la chiusura della strada e il divieto di accesso ai turisti, il comune si oppose. Ecco le conseguenze.
Le tempeste nel centro-nord Europa non sono certo una rarità. Se è vero che dal 1987 vi è stato qualche evento tempestoso più frequente rispetto al trentennio precedente lo si deve soprattutto ad una certa positività dell’indice NAO che ha impedito scambi meridiani più vivaci concentrando la corrente a getto lungo corsie necessariamente orizzontali. Nel passato comunque nella zona si ritrovano tempeste anche più devastanti. Si pensi a quella che incontrò sulla sua strada l’invincibile Armada spagnola.

Quanto alle alluvioni negli anni 90 in Europa:
segnaliamo quelle del 93, 94, 95, quella del luglio 97 in Polonia e Repubblica Ceca, fino a quelle più recente del 2000 in Piemonte, del 2002 a Praga e Dresda e in Lombardia e del maggio 2007 ancora in Piemonte.
COMMENTO: anche le alluvioni sono un fenomeno relativamente ricorrente in Europa, soprattutto quelle di fine estate sul centro Europa sono ampiamente documentate nel passato e addirittura sarebbero diminuite nell’ultimo ventennio.

Negli ultimi venti anni la temperatura è aumentata mediamente di un grado; in estate si registrano mediamente almeno 20-30 giorni di grande caldo con punte superiori ai 30°C.
COMMENTO: vero e con ciò?

Nell’ultimo ventennio sono aumentati esponenzialmente i giorni di Favonio al sud delle Alpi, il fenomeno però è andato attenuandosi negli ultimi 5 anni.
COMMENTO: anche questo è un risultato dell’innalzamento del flusso perturbato atlantico dovuto all’intensa fase di attività solare degli ultimi anni. Il calo degli ultimi mesi è stato forse sufficiente ad abbassare notevolmente il flusso delle correnti regalandoci una stagione eccezionalmente piovosa.

Alcuni eventi climatici sembrano inspiegabili se non con il riscaldamento globale indotto dall’uomo.
COMMENTO: niente di più banale. Pensate solo alle teleconnessioni. Gli effetti del Nino sono un aumento della piovosità in Perù, Ecuador, Argentina, Cile, Brasile, siccità in Australia, Filippine, Nuova Zelanda. Si verifica anche un aumento del flusso delle correnti occidentali che spesso coincide con un’intensificazione delle piogge su Francia-Inghilterra e Nord Italia. In estate gli effetti sono un aumento del caldo nel Mediterraneo e su vaste zone della Siberia.
La Nina, fenomeno opposto, favorisce la formazione di tempeste tropicali nell’Atlantico, nel Golfo del Messico e nel Mar dei Caraibi ed inverni siccitosi nell’Europa mediterranea.
Addirittura se dovessimo dar peso alla teoria dei cicli astronomici proposta da Milankovich, dovremmo attenderci presto un’era glaciale perchè la fase interglaciale( 10.000 anni) sarebbe virtualmente terminata.

Gli ambientalisti dicono che c’è stato un prolungamento della durata media delle fasi siccitose: 200 giorni come media.
COMMENTO: vero, ma tutto è figlio del regime di NAO positiva di cui abbiamo già parlato sopra.
Autore : Alessio Grosso