00:00 21 Febbraio 2019

Con i primi giorni di marzo l’anticiclone andrà al tappeto!

Ma potrebbe non essere ancora sufficiente per ritrovare precipitazioni importanti.

Quando si indebolirà l’anticiclone che tiene in scacco mezza Europa, limita le ondate di freddo e impedisce il transito delle perturbazioni atlantiche? Il modello americano conferma l’ipotesi già formulata ieri: con la fine di febbraio l’anticiclone tenderà gradualmente ad implodere, scendendo di latitudine e lasciando spazio all’inserimento delle correnti atlantiche.

La media degli scenari del modello americano recita ancora lo stesso copione ma ci mette in guardia su un particolare non trascurabile: ci dice infatti che il treno delle correnti occidentali potrebbe risultare ancora troppo teso per consentire precipitazioni nei primi giorni del mese di marzo e solo in pochi scenari estremi segnala precipitazioni abbondanti prima della festa della donna, cioè dell’8 marzo.

Il problema risiede in una corrente a getto da ovest ancora troppo tesa, che impedisce quelle ondulazioni che sarebbero necessarie per l’inserimento di attive perturbazioni in grado di portare neve primaverile sul settore alpino, di grande rilevanza non solo per la fase finale della stagione sciistica, ma anche per la salute dei ghiacciai.

Quanto è attendibile però una linea di tendenza che prevede lo smantellamento di un anticiclone tanto robusto ed invadente? La convergenza generale dei modelli su questo punto lascia ben sperare. Per il bel tempo primaverile c’è tempo, ora sarebbe necessario che ci fosse il giusto rifornimento di precipitazioni.



Molti ci chiedono anche perchè i fronti non entrano bassi di latitudine, ma viaggiano sempre all’altezza del centro Europa: questa è un’altra delle ormai croniche anomalie che caratterizzano il tempo del nostro Continente dalla fine degli anni 80. Si è alzata di latitudine la cintura degli anticicloni subtropicali e le perturbazioni non riescono più ad inserirsi. Punto. Un vortice polare più performante di quanto ci si potesse aspettare è poi all’origine del mancato scambio meridiano di calore tra le latitudini.

Da lì tutti i mali attuali del nostro clima. C’entra il riscaldamento globale? Si, ma anche no. I cicli climatici esistono e sulla loro durata nessuno sa dare un’indicazione precisa. 

 

Autore : Alessio Grosso