00:00 21 Dicembre 2010

CNR: Italia “hot-spot” (punto caldo) del riscaldamento globale in atto?

Luci ed ombre in un deludente saggio firmato CNR sul riscaldamento globale. Sul banco degli imputati c'è l'attività antropica.

L’Italia sarebbe il "punto caldo" europeo nel riscaldamento globale in atto, secondo gli studi CNR, un dato condivisibile. Solo altri i punti freddi, cioè che non convincono nell’analisi del Centro Nazionale delle Ricerche.

Prima di tutto è bene chiarire ai lettori un principio dal quale non si può prescindere: esiste forse un clima immutabile, un clima perfetto per la vita di uomini ed animali? Assolutamente NO.

Perchè tutte le volte che il clima tende a scaldarsi diciamo che è ammalato e quando si raffredda che sta bene? Se il clima si raffreddasse saremmo davvero sicuri di poter vivere meglio, visto tutto il lamentume che si riscontra appena arriva una settimana di freddo? Saremmo davvero sicuro che l’uomo non proverebbe ad inquinare ancora di più per scaldarsi? Ad esempio disboscando, dando fondo a tutte le riserve di gas possibile…etc.

Rispetto a quanto esposto in 10 anni di lavoro su MeteoLive, nel saggio pubblicato dal CNR è condivisibile quasi esclusivamente il passaggio che pone l’Italia come uno dei punti caldi (Hot-spot) del riscaldamento globale. Il Mediterraneo, essendo regione di confine climatica, risente maggiormente anche di modesti rialzi o cali termici, vedendo variare anche in modo clamoroso il proprio clima nell’arco di pochi decenni.

E’ già successo e succederà ancora, con o senza uomo. Che questo sia un problema siamo tutti d’accordo, che sia una tragedia molto meno. CNR non ha dubbi, non prende quasi nemmeno in esame altre cause naturali: CO2, metano ed ozono sono i colpevoli del Global Warming. Poi contraddice se stesso ammettendo che esistano ancora significative incertezze sull’evoluzione proposta dalle simulazioni climatiche, perchè in fondo di questa complessa macchina si conosce ancora poco.

Si conosce poco, aggiungeremmo noi, ma si sentenzia molto, troppo. La parola d’ordine è MITIGARE, MITIGARE, MITIGARE, non per vivere di più, non per respirare un’aria meno impestata di gas potenzialmente cancerogeni, ma per abbassare forse di un decimo di grado la temperatura chissà quando, forse nel 2120.

Strano che l’Antartico e le sue performances restino nella penna del Dott.Provenzale, mentre si prodiga a tutta forza a raccontarci della crisi che sta vivendo l’artico. Tutti sanno che nel secolo scorso il sole ha picchiato duro, ma Provenzale, esponente del CNR, ignora il suo contributo almeno come concausa del riscaldamento in atto. Raggi cosmici, flusso solare, irradianza, tutta carta straccia, così come barcolla anche nell’affrontare l’interazione tra aerosol e nubi basse, il cui aumento potrebbe sicuramente provocare un certo calo termico.

Che tristezza…

Autore : Report di Alessio Grosso