00:00 15 Febbraio 2006

CAMBIO CLIMATICO: nel Mediterraneo si ripeterà optimum climatico medioevale?

Olio d'olivo e girasoli in Lombardia? In aumento pioppi e platani.

Crolla la produzione olearia in Spagna meridionale e Portogallo. Quattro anni di siccita’, incendi, calore e piogge eccessive nei mesi autunnali hanno avuto un impatto disastroso sulla produzione di olio d’oliva in questi due Paesi.

Lo stesso avviene anche nella Francia meridionale. Potrebbe essere uno dei primi impatti dell’effetto serra di cui tanto si parla: surriscaldamento dovuto a un cambio climatico, in parte indotto probabilmente da una combinazione di emissioni di anidride di carbonio dalle industrie, e in parte da fattori ciclici e naturali.

Sara’ l’area del Mediterraneo a risentire di piu’ degli effetti del surriscaldamento in atto, lo stabilisce uno studio elaborato da sedici centri di ricerca europei coordinati dall’istituto di Potsdam sul cambio climatico e dall’universita’ olandese di Wageningen i cui risultati sono stati pubblicati dal Journal of Science.

La temperatura media in Europa dovrebbe salire di circa 3-6 gradi centigradi entro il 2080 con un impatto peggiore nelle regioni del
Mediterraneo, soprattutto nella penisola iberica, in Francia meridionale e in parte dell’Italia e della Grecia.

In queste regioni si verifichera’ una maggiore siccita’ e riduzione
delle risorse idriche contribuendo a un processo di semidesertificazione che potrebbe creare enormi problemi alle
economie delle zone costiere e un crollo del turismo. Sempre secondo lo studio pubblicato dal Journal of Science la linea di crescita delle piante tipiche della zona mediterranea dovrebbe spostarsi di
circa trecento chilometri a nord: non e’ da escludere, in futuro, che la Loira e persino la Lombardia possano produrre olio d’oliva e girasoli, tipiche culture del centro-sud.

In una fascia che include l’Italia settentrionale, la Francia
del centro nord, e ovviamente l’Europa del nord, si starebbe gia’ avviando un processo di riforestazione, molto simile a
quello del periodo tra il 500 e il 1300, con un forte aumento
di piante come pioppi e platani.

Il cambiamento climatico sarebbe accompagnato da maggiori piogge, spesso alluvionali, nell’Europa centro-settentrionale con il pericolo di allagamenti simili a quelli degli ultimi anni in Germania, Polonia e Inghilterra. La popolazione dell’Europa
centro-occidentale dovrebbe rimanere stabile, anche se potrebbe declinare nelle regioni mediterranee.

L’Europa dovra’ importare una quota crescente del suo fabbisogno alimentare, in particolare grano, mentre aumenterebbe la produzione di riso. Il rapporto sul clima dovrebbe costituire una delle basi scientifiche per la politica dell’Unione Europea fortemente favorevole, sia pure con qualche riserva britannica, all’adozione delle linee guida stabilite con i protocolli di Kyoto.
Autore : Report Redazione