00:00 22 Giugno 2005

C’è afa in città? Ecco come saperlo

L'afa può uccidere più di un uragano o di un tornado. Ecco come capire se è presente nella nostra città e come riconoscere i sintomi del colpo di calore.

Non ci si pensa finché non lo sperimentiamo sulla pelle, più avvertito nelle nostre città soffocate dal cemento e durante la notte, il caldo arriva puntualmente ogni estate e ogni anno ci sembra di riviverlo per la prima volta.

Contrariamente a quanto si può pensare, quando raggiunge picchi estremi è uno dei fenomeni meteorologici più disastrosi. Da solo e senza far rumore uccide molte più piante ed animali di un tornado o di una tromba d’aria ed è letale anche per l’uomo.

Nel 2003 in tutta Europa ci furono migliaia di morti per il caldo ed è stato calcolato che mediamente negli USA muoiono 22 persone per gli uragani, 65 per i tornado, 81 per i fulmini, 134 per le alluvioni e circa 1000 per la calura.

Il caldo unito all’umidità diviene un cocktail letale soprattutto per fisici già debilitati, anziani o provati da malattie. È l’afa che ci fa soffrire veramente e per capire inequivocabilmente dalle sensazioni soggettive se c’è o meno, si utilizzano degli appositi indici.

L’indice di Thom, si calcola facilmente se si dispone della temperatura T e dell’umidità relativa U (in percentuale da 0 a 100), ed è dato da:

ID = 0,8*T + 0,08*U – 3,2

Se ID, l’indice di disagio, supera 24 iniziamo a percepire qualcosa ma è oltre i 28 che ci si deve preoccupare realmente. Ad esempio, se a Roma si registrano 34.3° con il 31% di umidità. L’indice di Thom è: 0,8*34.3 + 0,08*31 – 3,2 ossia 26,72 con un disagio medio.

Più comunemente si utilizza l’indice di calore, una specie di temperatura apparente, ossia la stima della temperatura realmente percepita dalla pelle. La tabella in figura riassume alcuni fra i valori che si possono presentare durante l’estate.

Si vede come i 34.3° col 31% di umidità siano effettivamente percepiti come 34°. Se l’umidità salisse al 60%, la temperatura percepita sarebbe 43%, davvero molti.

Si capisce anche perché si soffre maggiormente di notte: l’assenza del sole e la temperatura più bassa rendono l’aria più facilmente saturabile di umidità. Ad esempio, 28° con l’80% di umidità vengono percepiti come 33°, sufficienti per continuare a rigirarsi nel letto tutta la notte.

Perché soffriamo il caldo?
Il nostro organismo regola costantemente la temperatura corporea in base a quella esterna e quando ha un eccesso di calore da smaltire, iniziamo a sudare. Le goccioline di sudore, evaporando dalla nostra pelle la raffreddano.
Quando l’aria è molto umida questo processo si rallenta fino a bloccarsi se il tasso di umidità relativa è del 100%. La temperatura interna del nostro corpo aumenta e questo crea enorme disagio.

Cosa può portare alla morte?
Quando la temperatura interna si avvicina ai 40° iniziamo ad accusare debolezza, vista annebbiata, mal di testa, vertigini, insonnia e nausea. Sono solo campanelli d’allarme che indicano che la temperatura interna sta salendo. Se non corriamo ai ripari con docce fresche, bevendo molta acqua, succhi di frutta o integratori salini rischiamo il colpo di calore che può portare al coma e alla morte.

Sconsigliabili gli alcolici che dopo un benessere iniziale hanno un effetto disidratante a causa della vasodilatazione che esercitano. Ben vengano invece gelati, frappè e frutta, sempre che non si abbiano delle intolleranze alimentari al riguardo.

Avete dunque un termometro a portata di mano che segna anche l’umidità? Nella vostra città c’è afa o il caldo è più secco?
Autore : Simone Maio