00:00 11 Gennaio 2006

Autobotti in Valsesia: situazione idrica preoccupante

Dal quotidiano locale "Notizia oggi".

Non piove da circa tre mesi in modo significativo. Ed è allarme idrico, con acquedotti in difficoltà dalla bassa all’alta Valsesia, alla Valsessera e al Triverese. Al momento l’emergenza si sta facendo sentire soprattutto nelle frazioni Roccapietra e Barattina di Varallo, in alcune zone di Borgosesia, in località Colma di Valduggia, a Quarona; in alta valle a Vocca, Boccioleto, Mollia, Rimasco e Riva Valdobbia.

In Valsessera ci sono problemi a Crevacuore, Guardabosone, Coggiola; e pure a Trivero. In questi centri la copertura del fabbisogno minimo di acqua viene garantita dal Cordar, ma «con grandi sforzi organizzativi di persone e mezzi», come fanno sapere dall’azienda. Dove è necessario sono pure in funzione da giorni le autobotti per il rifornimento dei serbatoi. E il Cordar chiede anche la collaborazione dei cittadini, invitati a seguire una serie di accorgimenti per ridurre al minimo i consumi.

Emergenza idrica come fosse estate

BORGOSESIA
«E’ stata inviata la segnalazione di preallarme alla Regione per l’avvio delle procedure di riconoscimento dello stato di emergenza con riserva di richiedere l’adozione di misure necessarie, in caso di aggravamento, per assicurare alla popolazione ogni forma di assistenza utile». Questa frase un po’ burocratica, ma comunque molto chiara, scritta dai vertici del Cordar a chiusura di un comunicato rende l’idea di quanto stia mettendo tutti in ginocchio la crisi idrica che è diventata molto più seria di quanto già non lo fosse prima dall’inizio di gennaio.

La situazione sta diventando quasi peggiore di certe estate torride e caratterizzate dalla siccità. Sì perché di siccità si parla anche in questo caso (non piove da mesi in Valsesia e la nevicata dell’altra settimana non è certo servita per portare riserve alle falde), in più c’è da aggiungere che in alcune località dell’alta valle le tubature ghiacciano, quindi l’emergenza diventa doppia.

Il presidente del Cordar Luigi Barbero e il direttore generale Clara Bruno hanno diramato un documento segnalando tutti i paesi che sono in difficoltà. Ed è quasi un piccolo “bollettino di guerra”.
«L’azienda – scrivono i vertici del Cordar – sta affrontando un periodo di emergenza idrica causata dall’assenza di piogge da oltre novanta giorni e dal rigido clima invernale».

Questi i paesi che hanno problemi con l’acqua potabile: Varallo per le frazioni Barattina e Roccapietra, Rimasco, Riva Valdobbia, Vocca, Boccioleto, Quarona, Valduggia per località Colma, Trivero, Coggiola, Mollia, Guardabosone e Crevacuore. E poi c’è da considerare Borgosesia, città non gestita dal Cordar ma dalla Sii, ditta che ogni giorno porta con le autobotti oltre 60mila litri d’acqua per riempire le vasche che non sono più rifornite dalle sorgenti ormai esaurite del Monte Tovo.

Mentre a Borgosesia ci pensa la Sii e il Cordar è intervenuto direttamente in alcune delle località indicate, in altre sono stati i vigili del fuoco a garantire tutti i giorni riserve d’acqua facendo girare a ciclo continuo l’autobotte da 8.500 litri in dotazione alla caserma di Roccapietra. Sempre i vigili del fuoco sono dovuti intervenire più volte pure a Boccioleto, dove l’acqua non manca ma gela nei tubi, generando per l’utenza lo stesso effetto, cioé rubinetti asciutti.

«Questa situazione – affermano Barbero e Bruno – rende necessaria l’adozione di un piano di emergenza da parte dell’azienda con l’assunzione di grandi sforzi organizzativi di persone e mezzi finanziari al fine di garantire la copertura del fabbisogno minimo, assicurando costanti interventi anche in orari notturni e in giornate festive».

Aggiungono dal Cordar: «La mancanza di piogge comporterà un ulteriore aggravamento dello stato di crisi. Questa azienda da oltre venti giorni, compresi Natale e Capodanno, sta operando sia direttamente, con tutte le squadre di intervento del proprio personale, sia attraverso ditte specializzate per fronteggiare la situazione e garantire la riattivazione del servizio idrico».
Autore : Report di Ettore Zaffaroni