00:00 17 Febbraio 2014

Atlantico freddo? Quali conseguenze nei prossimi mesi per l’Europa?

Un eccesso di freddo sul settore canadese ha portato in questi mesi ad una esagerata attività depressionaria di stampo zonale che si è protratta senza intoppi sino all'Europa. Se questa tendenza dovesse persistere anche nei prossimi mesi, quali conseguenze potrebbero esserci sullo stato del tempo sul nostro continente?

Durante questo inverno, che è stato caratterizzato da una netta inversione di tendenza rispetto alle caratteristiche delle stagioni passate, ha presentato sull’Europa la presenza di una zonalità molto spiccata, accompagnata dalla presenza di una intensa jet stream che, analogamente ad un nastro trasportatore, ha indirizzato corpi nuvolosi di origine oceanica sin verso il nostro continente, regalando così per l’Europa un inverno dalle caratteristiche piuttosto miti.

La ragione di una simile "iperattività" della semipermanente d’Islanda, trova risposta nella presenza di un eccesso di freddo sul settore canadese e nord-americano. La presenza per gran parte della stagione invernale di un Vortice Polare molto compatto e poco disturbato, ha poi favorito la persistenza di un regime di venti occidentali che ha riversato queste masse d’aria così fredda sull’oceano Atlantico. Così facendo, la presenza di una spiccata zonalità ha regalato terreno fertile su quelle che potremo definire vere e proprie "super depressioni" che hanno tenuto sotto scacco il tempo atmosferico dell’oceano e dell’Europa per diverse settimane.

Cosa potrebbe succedere se questo tipo di tempo così spiccatamente zonale dovesse persistere anche nei prossimi mesi, prolungandosi così sino alla primavera e magari anche all’estate?

Occorre innanzitutto sottolineare come sia impossibile fare una previsione di questo tipo su scadenze temporali mensili. L’argomento trattato è puramente teorico e può rappresentare uno spunto di riflessione in più, soddisfando la curiosità di tutte quelle persone che si domandano quali potrebbero essere le caratteristiche atmosferiche della primavera e dell’estate se la zonale dovesse influenzare ad oltranza lo circolazione atmosferica europea.

La caratteristica che accomuna tutte le annate tipicamente zonali, è senza dubbio rappresentata da una maggiore dinamicità atmosferica che può regalare un tipo di tempo molto mutevole e variabile per gran parte della primavera e, segnatamente sulle regioni settentrionali, regalare frequenti break temporaleschi anche nel cuore dell’estate.

L’inverno in corso ha presentato delle caratteristiche molto miti, facendo così segnare importanti scarti termici positivi superiori alla media. Questa caratteristica della stagione invernale durante i periodi zonali non deve però trarre in inganno; in presenza di una zonale sostenuta, l’arrivo della primavera e dell’estate potrebbe addirittura sancire un’inversione di tendenza, quantomeno sotto il profilo termico, regalando un semestre caldo tutt’altro che rovente, soprattutto per i settori europei occidentali e centrali.

Cosa succede quando la zonale "si inceppa" durante la tarda primavera ed il trimestre estivo?

La persistenza di una circolazione zonale durante la primavera/estate, favorisce la distensione dell’anticiclone delle Azzorre a scapito dell’anticiclone africano che, al contrario, trova linfa vitale nel tipico "meccanismo inceppato" della zonale. Un meccanismo che quando smette di funzionare, porta alla formazione di esasperate onde di Rossby, spesso e volentieri arenate sull’Europa occidentale.

Queste figure di bassa pressione tipiche della tarda primavera e dell’estate, sono spesso incapaci di avanzare decise verso il cuore del continente, scatenando così " le ire" dell’anticiclone africano che può facilmente conquistare il nostro Paese (nonchè i settori europei centrali, orientali e la Russia) regalando estati che possono essere molto calde.

Autore : William Demasi