00:00 14 Aprile 2011

Aprile e l’alta pressione: ecco il perchè di questo sodalizio

Scartata l'ipotesi Nina, ormai sul viale del tramonto, subentrano le forzanti dinamiche di tipo atmosferico e la collaborazione delle anomalie oceaniche atlantiche.

Pensare che tutto questo sole di aprile sia un fatto solo italiano è un errore. Quanto sta accadendo sul Mediterraneo e sul cuore dell’Europa, oltre che in Italia naturalmente, è il frutto di una complessa serie di manovre snocciolate lungo l’emisfero. Se volessimo fissare un punto di inizio di questo treno di correnti possiamo prendere il lato pacifico.

No, questa volta non parliamo delle conseguenze imposte dalla Nina, per altro al momento piuttosto decadente dal punto di vista delle forzanti che a noi interessano, ma dell’angolo di impatto della Corrente a Getto Polare sulla lunga catena delle montagne Rocciose nord-americane. La "rifrazione" di questa corrente si evidenzia con un netto cambio in frequenza delle sue ondulazioni, prima più ampie poi tra il nord America e l’Atlantico, via via più strette.

Ma quando un’onda atmosferica raggiunge un determinato valore di ampiezza, tende a divenire stazionaria: ecco dunque che queste ondulazioni semi-stazionarie, direttamente derivate dalle evoluzioni del vortice presente sulla calotta polare, si riducono a i tre tasselli che compongono l’impianto circolatorio euro-atlantico. Ritroviamo una prima onda depressionaria in sede groenlandese, seguita da una campana anticiclonica tra l’Atlantico europeo e l’Europa occidentale, a sua volta affiancata ad una nuova saccatura, protesa verso l’Europa orientale.

A coadiuvare tale disposizione circolatoria probabilmente anche le anomalie superficiali dell’oceano Atlantico da una parte, più freddo nei suoi settori occidentali e tiepido su quelli orientali, unitamente alle anomalie negative riscontrate sul Baltico affiancate a loro volta da un interessante innevamento ancora presente sui settori europei nord-orientali.

Insomma un bel collage di pezzi che sembra possa aver avviato questo stato di equilibrio da parte dell’atmosfera, la quale di conseguenza tende a riproporre in serie le stesse configurazioni, con l’alta pressione afro-europea incastrata tra la depressione groenlandese e quella russa. Proprio da questo elemento ne consegue una ripetitività che fa del nostro aprile un mese votato senz’altro a divenire uno dei più secchi degli ultimi anni.

Una via d’uscita? Pensare che un rallentamento del vortice polare possa mettere a posto le cose è un altro errore. L’eventuale evenienza difatti non farebbe altro che bloccare ancor più le onde atmosferiche e intensificare la risalita anticiclonica subtropicale là dove già vi è steso l’asse principale, ossia proprio su di noi. Occorrerà invece attendere che il nastro delle correnti a getto possa venire distorto da una rinnovata attività convettiva a livello tropicale e da un rinforzo del vortice polare, tale da mischiare le carte e indurre l’atmosfera a ricercare un nuovo stato di equilibrio per il quale per, teniamone conto, potranno necessitare anche … diverse settimane.

Autore : Luca Angelini