00:00 15 Dicembre 2011

Anticiclone sempre fra i piedi: un’anomalia tremenda

E' sicuramente il simbolo del global warming europeo.

Se ci fosse una bandiera, un simbolo, una mascotte da assegnare al global warming, sicuramente campeggerebbe ovunque l’immagine dell’anticiclone afro-iberico-azzorriano, come potremmo definirlo. Negli ultimi tempi lo abbiamo anche ribattezzato simpaticamente "spongebob" perchè tende assumere la simpatica forma della spugna marina del cartone animato.

In verità c’è ben poco da ridere: è vero che molte zone dell’arco alpino, specie quelle confinali e dei versanti esteri faranno il pieno di neve, è vero che arriverà finalmente la neve anche in Appennino, ma questo autentico mostro è sempre lì, pronto a rovinare gli inverni a sud delle Alpi, danneggiando pesantemente il turismo.

Stamattina abbiamo pubblicato il pezzo sulle polveri di silicati che lo gonfierebbero, ma di supposizioni se ne sono fatte molte, tirando in ballo anche il temporaneo aumento dell’attività solare, la realtà è che la nostra vita, la vita di chi è nato a cavallo tra la fine degli anni 60 e i primi anni 80, è stata una vita meteorologicamente caratterizzata dall’anticiclone. Sono davvero poche le stagioni in cui non ha inciso sulla storia della nostra vita.

Se d’estate assume spesso la forma a cupola, d’inverno, con il getto sparato, si allunga come fosse una gomma da masticare, ma è infrangibile, indistruttibile, indomabile. Qualcuno si stupisce se scriviamo che persisterà da Natale a Capodanno, forse sino all’Epifania. Quando c’è lui, quando le carte non mollano e consecutivamente propongono certi scenari, significa che sono credibili. Certo, non mancheranno scorribande da nord-ovest, ma sarà sempre sulle stesse zone che cadranno nevicate: crinali di confine e spruzzate in Adriatico, un po’ di freddo sterile, utile magari per i cannoni, ma mai una vera svolta colma di neve.
 

Autore : Alessio Grosso