00:00 22 Marzo 2005

Anni bollenti? Forse…Lo zero termico a Milano nel periodo estivo tra il 91 e il 2000

Esame dei radiosondaggi per capire se e quanto il clima sia cambiato. A cura del servizio glaciologico lombardo.

E’ ben noto che i principali fattori che determinano le variazioni dei ghiacciai sono le precipitazioni solide e le temperature estive. Di fondamentale importanza negli studi del clima è pertanto conoscere l’andamento di questi due fattori, in particolare della temperatura nel periodo di fusione delle nevi, cioè quella del periodo estivo.

Le serie storiche delle temperature nelle stazioni di alta quota sono limitate nel tempo, mal distribuite sul territorio e sovente presentano lunghe interruzioni.

Viste queste incertezze, negli studi che riguardano la relazione tra clima e variazioni glaciali si utilizzano i dati di stazioni poste sul fondovalle, se non addirittura nelle vaste pianure che bordano le Alpi.
Ecco che scatta l’errore.
Il gradiente termico non è costante ma cambia in base alle condizioni meteo: chi frequenta la montagna sa che in condizioni di foehn ad esempio la pianura vede temperature molto elevate, sulle cime dei monti si ha un gran freddo, la situazione si rovescia nei periodi anticiclonici caratterizzati da inversione termica.
C’è poi un altro fattore che rende poco attendibili le serie storiche delle città in espansione edilizia: la presenza della cupola di calore urbana che falsa le registrazioni e fa diventare non comparabili i dati finali ed iniziali della serie.

I radiosondaggi verticali sono oggi disponibili in Internet dal 1990.
Questi palloncini aerostatici in gomma o neoprene sono dotati di radiosonde che trasmettono le informazioni meteorologiche. Il pallone, gonfiato con idrogeno, elio, ammoniaca o metano per favorire la spinta aerostatica, si dilata nell’aria via via più rarefatta. Quando il diametro del pallone è aumentato anche di 6 volte, il rivestimento esterno si squarcia e il pallone si distrugge.

I palloni registrano la temperatura dell’aria alle varie quote della libera atmosfera. E’ così anche facile stabilire la quota dello zero termico.
E’ stata presa in esame dal servizio glaciologico lombardo la stazione di Milano Linate, vista la sua relativa vicinanza ai ghiacciai alpini.

Lo scopo dello studio è quello di creare una media di riferimento per poi confrontare la media delle temperature dell’anno in corso nel periodo di fusione rispetto a tale media.

Il periodo considerato è quello nel quale sui ghiacciai lombardi si verifica la fuzione del nevato, della neve vecchia e del ghiacciaio scoperto.

Dall’analisi dei dati si osserva che le quote dello zero termico superano la soglia dei 3000m tra la seconda e la terza decade del mese di maggio e sono poi in costante aumento, fatta eccezione per la prima e la seconda decade di giugno. Riteniamo che ciò sia causato dall’instaurarsi, all’inizio di giugno, di situazioni meteorologiche di tipo estivo, che poi non riescono a mantenersi per tutta la durata del mese.

L’acme del periodo estivo si ha tra la fine di luglio e l’inizio di agosto con lo zero termico a sfiorare i 4000m.
In seguito la discesa è costante ed esso ritorna ad attestarsi sui 3000m all’inizio di ottobre.

Nel luglio del 95 si sono superati i 5000m, il giorno 21. Con l’alta subtropicale è abbastanza normale nel periodo estivo vedere lo zero termico superare i 4500m.
Il caldo anomalo degli ultimi anni in quota non convince però ancora circa il cambio climatico indotto dalle attività umane, le nostre registrazioni sono lacunose, limitate nel tempo e parziali.
Autore : Guido Catasta, servizio glaciologico lombardo