00:00 26 Ottobre 2011

Alluvione nello Spezzino, ecco le cause

Una struttura temporalesca multicellulare autorigenerante si è resa responsabile di precipitazioni estreme soprattutto nelle Cinque Terre. Tra le cause un intenso flusso caldo-umido prefrontale alle quote medio-basse, una linea di convergenza marittima e un sistema frontale in fase di ondulazione sul nord Italia.

 Quando nella stesura delle previsioni per la giornata di martedì 25 erano emersi sulla carta elementi che facevano presagire l’evento estremo, abbiamo sperato fino all’ultimo che la realtà andasse in modo diverso. Purtroppo le cose invece sono andate nel peggiore dei modi e ora siamo qui a farvi capire il perchè di tanta violenza.

Un profondo vortice depressionario in Atlantico, coadiuvato da diversi minimi di pressione, ha dato vita ad una perturbazione che nella giornata di martedì 25 si è portata sulle nostre regioni settentrionali. A precedere l’ingresso della linea frontale (in coda al corpo nuvoloso) un intenso flusso di aria subtropicale marittima, ma di recente estrazione sahariana, carica di calore sensibile (aria calda) e latente (aria umida), perveniva sui nostri mari di ponente a mezzo di sostenuti venti sciroccali.

Sul bacino Ligure però è sorta una ulteriore complicazione: il trafilamento di aria fredda di origine padana attraverso i valichi del Savonese e del Genovesato verso il mare aperto. Ne è nato un corridoio di convergenza al livello del mare fra la Tramontana alquanto fredda che sfondava a Ponente e lo Scirocco molto caldo che risaliva a Levante. Entro quel corridoio è andato sviluppandosi il punto di innesco di tutto il sistema temporalesco.

Frattanto la perturbazione iniziava a ondulare per la disturbance opposta dall’arco alpino occidentale sulle correnti portanti: la parte settentrionale del corpo nuvoloso sfilava oltralpe, mentre quella meridionale ruotava su sè stessa sul golfo Ligure dove approfondiva un minimo secondario che causava il rallentamento di tutto il sistema. Da qui la persistenza della linea temporalesca costituita che, in seno ai venti in quota, si è proiettata dal mare aperto verso il Levante ligure.

Nel particolare si è trattato di un sistema convettivo a mesoscala a forma di "V" con rigenerazione sopravvento e forzante orografica, del tutto analogo a quello che si è abbattuto sul Lazio lo scorso 20 ottobre. Una imponente macchina termica con la testa che pescava a gittata continua l’aria caldo-umida dal mare e la coda che dall’Appennino rispondeva spingendo a ritroso l’aria fredda sotto i forti rovesci secondo il noto meccanismo della retroazione dinamica.

Tanti paroloni per descrivere in concreto uno stato di equilibrio pericolossissimo a causa della sua stazionarietà. Fortunatamente, se così si può dire, il sopraggiungere della linea frontale in serata ha destabilizzato quell’equilibrio e ha causato la dispersione delle componenti che mantenevano in vita il mostro. E’ stata la liberazione dalla morsa del maltempo ma intanto quella splendida fetta di Liguria ne è rimasta inevitabilmente segnata.

 

 

Autore : Luca Angelini