00:00 26 Aprile 2008

Al via il solare termodinamico!

Parte il progetto per la realizzazione della centrale di Priolo. Con un investimento di 40 milioni per un progetto pilota, che sarà in funzione dal 2009 si potranno produrre circa 5 megawatt sufficienti per soddisfare il fabbisogno di 4.500 famiglie.

Come spesso è accaduto nella storia il nostro Paese, culla di inventori e illustri scienziati, si è lasciato che molte scoperte ed innovazioni trovassero impiego altrove. Forse per paura o per interessi ci è stata negata la possibilità di emergere, di rinnovarci ed essere uno tra le nazioni più all’avanguardia d’Europa. E’ il caso del progetto sul solare termodinamico, ideato e messo a punto dal premio Nobel Carlo Rubbia che si è trovato a dover “fuggire” in Spagna per trovare chi credesse nelle sue idee certamente innovative.

L’Enel e l’Enea hanno firmato finalmente il protocollo di intesa per la realizzazione di “Archimede”, il primo impianto solare termodinamico italiano e il primo al mondo ed essere integrato con una centrale a ciclo combinato a gas.

Con un investimento complessivo di oltre 40 milioni di euro, l’impianto servirà per incrementare di circa 5 MW la potenza della centrale elettrica presso la quale verrà costruito. E promette di fornire energia sufficiente per soddisfare il fabbisogno di 4.500 famiglie con un risparmio di 2.400 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno e minori emissioni di anidride carbonica per circa 7.300 tonnellate all’anno. Stanco di lottare per ottenere le autorizzazioni necessarie e di ascoltare le critiche di parte della comunità scientifica, Rubbia l’anno scorso aveva venduto il suo progetto in Spagna, ottenendo subito il nulla osta per la realizzazione di alcuni impianti, infatti sin dal marzo 2005 è stata varata una legge
che prevede sovvenzioni per la promozione del solare termodinamico.

“Archimede” come detto utilizzerà la tecnologia termodinamica, più efficiente rispetto a quella più diffusa e conosciuta del fotovoltaico, in quanto è in grado di produrre energia elettrica anche di notte o quando il cielo è coperto. Il sole viene sfruttato infatti in maniera indiretta. Dei vasti campi di specchi concavi (a Priolo sarà utilizzata una superficie di circa 300 x 280 metri) concentrano i raggi solari utilizzandoli per scaldare fino alla temperatura di 550 gradi un fluido a base di sali messo a punto attraverso gli esperimenti coordinati da Rubbia.

Il calore ottenuto servirà a generare vapore ad alta pressione che, convogliato nelle turbine dell’adiacente impianto a ciclo combinato della centrale Enel, incrementerà la produzione di energia elettrica dell’impianto, riducendo la necessità di bruciare combustibili fossili. Il materiale che verrà usato a Priolo, oltre a mantenere il calore a lungo permettendo alla centrale di funzionare anche di notte o con il cielo coperto, così come gli olii utilizzati nelle centrali solari termodinamiche già in funzione, ha anche le importanti e innovative qualità di essere totalmente innocuo per l’ambiente in caso di fuoriuscite accidentali e di non essere infiammabile.

“Si tratterà tuttavia di un impianto sperimentale” ha detto Rubbia, “gli anni che si sono persi sono pesanti nel senso che il resto del mondo è andato avanti. E’ ovvio che noi qui stiamo parlando di maratona, non so cosa succederà fra 5, 10, 15 anni anche se sono convinto che questo tipo di tecnologia diventerà dominante nel campo delle energie rinnovabili”.
Autore : Luca Savorani