00:00 6 Agosto 2014

Aggiornamento LIVE del modello europeo: l’aria atlantica tenta una nuova imboscata?

Sulle regioni del nord la tenuta dell'anticiclone potrrebbe essere nuovamente minacciata dall'invadenza delle correnti occidentali che promettono ancora una volta INSTABILITA'. L'anticiclone tiene invece sul resto dell'Italia.

Trascorrono i giorni e la situazione barica già incerta che si consumerà sulle regioni settentrionali, tenderà a divenire sempre più precaria. Questo è il responso mattutino del modello europeo che mette ancora una volta in evidenza una scarsa tenuta dell’anticiclone per quanto riguarda il territorio italiano settentrionale. L’alta pressione su questo settore dello stivale dovrebbe infatti mantenere attive condizioni di moderata stabilità atmosferica sino a giovedì 14.

Non a caso parliamo di condizioni MODERATE, poichè ad onor del vero, secondo questo aggiornamento, rovesci e temporali non abbandoneranno mai completamente la scena di questi settori, anche nel momento di massima intensità dell’anticiclone. 

In merito al periodo di Ferragosto, il modello europeo mette in evidenza un nuovo abbassamento del flusso atlantico che sarebbe agevolato nella sua parziale penetrazione sul bacino del Mediterraneo, da una maggiore ondulazione della stessa corrente a getto. Prenderebbe così il via un periodo in cui sistemi frontali di tipo freddo transiterebbero sull’Italia settentrionale, determinando alcune fasi di moderata/forte instabilità atmosferica, seguita da altre fasi di tempo buono e soleggiato.

Rispetto al mese scorso tuttavia, la corrente a getto transiterebbe a latitudine un po’ più alta
, e questo favorirebbe l’intervento di fasi temporalesche essenzialmente indirizzate ai settori alpini, prealpini ed alle aree di pianura poste a nord del fiume Po.

Proprio in virtù di una corrente a getto concentrata su latitudini più elevate, l’anticiclone regnerebbe sul resto del Paese, accompagnato da temperature piuttosto elevate. Su questi settori andrebbe infatti concretizzandosi il richiamo d’aria calda prefrontale che agevolerebbe la strutturazione di un modesto contributo d’aria calda africana alle quote superiori. L’atmosfera pertanto risulterebbe calda ed assai stabile, venendo a mancare persino il consueto sviluppo di temporali termoconvettivi lungo l’Appennino durante le ore più calde del giorno.

Autore : William Demasi