00:00 14 Ottobre 2002

Quel favoloso febbraio 1986

Ricordi nevosi...

L’amore per la meteo era sbocciato già da qualche anno e quella sera di febbraio guardavo il cielo dalla finestra della mia camera.

Mia madre mi chiamò, erano circa le 18 e mi disse: “Dai Marco preparati che andiamo a cena a Roccabruna alla Campagna dove siamo invitati”.
La Campagna era una fattoria con allevamento di polli a pochi km da casa mia, ora diventata un ristorante di lusso. Ricordo che i proprietari, amici di famiglia, organizzavano spesso serate danzanti tra conoscenti e io mi annoiavo in modo indescrivibile, ma c’era lei, si lei una splendida ragazzina di 14 anni, la figlia dei proprietari da cui ero follemente attratto nei miei precoci 15 anni.

Dissi a mia madre “cominciate ad andare vengo tra mezz’ora col vespino”.
Non avevo da fare nulla ma non vedevo l’ora di sfoggiare la mia nuova vespa pk fiammante gia’ provvista di sella camel e portapacchi anteriore alla mia bella che però non sembrava corrispondere.

La serata passò alle solite con noia mortale, rotta ogni tanto da qualche parola con lei che mi illuminava con i suoi occhi.
Fino a che non uscii fuori, voltai lo sguardo al cielo e vidi nuvole arrivare da nord, l’aria frizzava e tutto un tratto il cielo mi sembrò piu’ bello di lei che intanto arrivò e mi disse “che cosa guardi? Stai col naso in su’ da mezz’ora !”

Con immenso rischio di figuraccia le risposi: “guardo la neve, tra poco la vedrai anche tu “.
Lei rientro’ e io rimasi li’, magicamente dopo un pò cominciò a nevicare, si ma in modo cosi’ intenso e con fiocchi talmente grandi che non ci potevo credere.

Rimasi lì per un’ora mentre nessuno all’interno si accorgeva di nulla, intenti nelle danze e a bere vino, fino a che non uscì mio padre che rimase attonito non per la nevicata in se stessa ma perche’ oramai c’erano gia 5 cm di neve al suolo.

Non dissi nulla, lei non la salutai nemmeno, presi la vespa e feci un giro nel ritorno a casa.
I miei pensieri nella nevicata che mi avvolgeva erano confusi, mentre mi sembrava essere nella normalita’ il mio inconscio sapeva che cosi’ non era. Nella normalità perchè l’anno prima avevo gia’ vissuto una settimana di neve al suolo li nella campagna romana a gennaio, poi una nevicata con un giorno di neve al suolo addirittura a marzo e la neve d’inverno anche se in pianura e in provincia di Roma mi sembrava essere una cosa di routine oramai, intanto alle 2 di notte ancora non!
dormivo e la neve aveva gia raggiunto i 20 cm.

Il sonno prese il sopravvento e la mattina dopo oltre 30 cm, il paesaggio sembrava di un villagio canadese, il sogno era cominciato, una nuova era climatica;

Purtroppo era solo un sogno e l’anno dopo mi dovetti svegliare.
Come un sogno è rimasta lei, intoccabile, dato che i sogni non si toccano, ancora oggi quando vado a mangiare in quel ristorante di cui è la padrona, quando mi saluta i miei occhi si illuminano..
Autore : Bernaccone dal forum