00:00 29 Settembre 2003

Dolomiti… “on the road”!

Il racconto di uno nostro affezionato lettore che, dopo l’esperienza del MeteoRaduno di Passo Oclini, ha deciso di trascorrere qualche giorno sulle Dolomiti, approfittando di un tempo splendido, misurandosi in numerose ascensioni alpinistiche. Una vera e propria “scorpacciata” di emozioni e di ricordi da non dimenticare...

Certo che lasciare Passo Oclini, le sue strepitose vedute e l’ambiente tutto del MeteoRaduno per mettersi in viaggio alla volta di nuovi lidi montani, tutti da scoprire, da conquistare e da fotografare, non è affare di tutti i giorni, e sicuramente motivo di enorme felicità.

È con questo spirito foriero di inusitata emozione che chi vi scrive si è mosso alla volta delle Dolomiti, in un viaggio senza confronti alla ricerca delle inelencabili bellezze naturalistiche delle Dolomiti.

Quattro giorni fantastici, lontano dal mondo di sempre, senza salir su macchine, autobus, treni e quant’altro… Sono momenti palpitanti, in cui ti rendi conto di non aver bisogno di nulla, se non di due gambe per salire e di due occhi per osservare tutto ciò che ti sta intorno. Non hai una mèta precisa: ti dirigi dove decidono i tuoi occhi, affascinati da un intorno di rara bellezza. Parti ogni mattina di buon ora, senza sapere dove ti porteranno le tue gambe. E’ l’emozione il tuo cibo quotidiano, è la luce la tua acqua dissetante.

Il paesaggio settembrino dell’alta quota si svela in tutta la sua fantastica verità: i colori sono intensi, vivi, veraci; gli spazi sono profondi, così come profondo è l’azzurro cielo, terso come non mai; gli odori dei boschi lasciano intuire che la stagione autunnale è fatalmente alle porte, mentre gli impressionanti silenzi ti parlano di un’estate relegata ormai ad un recente passato.

E’ settembre inoltrato, quello delle grandi emozioni, dei colori e dello spettacolo della natura.

I prati si colorano di bronzo, chiusi da larici svettanti, abeti rossi fitti e cembri tozzi ed isolati. Qua e là spunta poi qualche mugo, mentre al di sopra trovano spazio solo i severi blocchi dolomitici. Il paesaggio si completa insomma in una cornice idilliaca e fiabesca, quasi ad emulare la perfezione di un Creato mai così visibilmente vicino alla propria idea di Paradiso.

E noi, spettatori ignari di cotanta bellezza, piccoli piccoli a correr su e giù per quei ripidi pendii, arrampicar per pareti, scender giù per ghiaioni, ammirar mandrie di caprioli al pascolo e… perché no? goder della cucina “selvatica” e prelibata di ogni dì!
Autore : Ludovico M. Tacconi