00:00 7 Ottobre 2006

30 dicembre 96: l’estasi della neve ad Amatrice e sul mare a Porto d’Ascoli

Un ricordo indelebile, momenti di straordinaria poesia.

Erano le 7 e 40 di quell’indimenticabile mattino del 30 gennaio 1996 quando a bordo della mia vettura m’imbarcai per Porto d’Ascoli dove avevo avuto notizie dal mio agente infiltrato tra le cabine che in spiaggia c’era la neve.

Salutai la famiglia con un rapido cenno per sottrarmi ad eventuali richieste del tipo “a che ora torni che dobbiamo andare a fare la spesa?” oppure “guarda se trovi un po’ di pesce per la cena di fine anno” e altre menate che mi avrebbero costretto a perder tempo. Presi la Salaria scendendo dal mio paesino e mi avviai elettrizzato verso la meta.

La velocità di crociera si alternava tra i 50 e 60 Km/h a causa dell’asfalto stradale ancora preda, in alcuni tratti, del ghiaccio. Man mano che mi dirigevo verso l’Appennino il colore della strada cambiò: dal solito nero bituminoso passai ad un grigio sporco mentre intravedevo in lontananza Rieti.

Una volta superatala, ed infilatomi lungo il canalone che porta ad Antrodoco, fui costretto con una pistola puntata allea tempia, a montare le catene perché sembravo una formula uno con le gomme d’asciutto sul bagnato.

La velocità si ridusse sensibilmente passando a circa 30 Km/h e traversai le gole del Velino sembrando Tomba tra i paletti. Furono 8 km a svicolare tra un tornante e l’altro cercando di non farmi prendere dai tanti kamikaze che procedevano in senso opposto.

Giunto alla vista del lago di Scandarello mi fermai a fumare una sigaretta per gustarmi il bianco paesaggio ghiacciato di Amatrice. Erano quasi le 12 e ancora avevo molta strada da fare. Il ritmico cadenzare delle catene purtroppo non mi permetteva di volare verso il mare come avrei voluto.

Il problema più grosso fu attraversare il tratto di Gran Canyon tra Arquata del Tronto ed Acquasanta Terme: si viaggiava tra una parete di ghiaccio da una parte e lo strapiombo dall’altra, con il fondo stradale liberato temporaneamente dai spazzaneve ma che comunque non poteva resistere a nudo più di tanto diventando rapidamente una lastra di ghiaccio.

Viaggiai in quel tratto insieme ad un altro automobilista alle mie spalle passando per Quintodecimo, per Favalanciata a non più di 15 km/h, si faceva prima a piedi forse…

Superai Acquasanta Terme sempre in catene finche giunto all’altezza di Rosara decisi che si potevano anche togliere: erano quasi le 13 e 30. Decisione giusta perché da lì a Porto d’Ascoli la superstrada era percorribile normalmente. Giunsi così in spiaggia attorno alle 14 e 30 e mi estasiai del panorama che si aprì ai miei occhi: era la mia prima volta che vedevo la neve in spiaggia dal vivo!.

Rimasi solo una mezz’ora a giocare in riva al mare come un bambino poi il sole scomparve dietro una nuvolosità alta e densa che veniva da dietro le montagne. Ripresi così la strada del ritorno giungendo a casa verso le 19 e 30 stanco ma felice di questo incontro in riva la mare con la Dama Bianca.
Autore : Roberto Maccelli