00:00 14 Gennaio 2004

Vulcani: ozono in pericolo al Polo nord?

I ricercatori della Nasa avanzano ipotesi inquietanti.

Le eruzioni vulcaniche, l’ancora di salvezza dei freddisti, sarebbero all’origine di un altro grave problema ambientale.
Questo è quanto affermano alcuni esperti della Nasa.

Se un periodo di forte attività vulcanica coincidesse con una serie di inverni freddi alle latitudini artiche, un vasto assottigliamento nella protettiva di ozono è da attendersi per la successive primavere.

Giacchè nelle zone artiche l’inverno non è sempre necessariamente freddo, quando si ravvisano cicli freddi di alcuni anni, sarà facile assistere a cicli primaverili con l’ozono ridotto al minimo e con la radiazioni ultraviolette che entrerebbero senza essere schermate nella troposfera provocando danni notevoli a tutte le forme di vita presenti sulla Terra.

Le eruzioni vulcaniche emettono grandi quantità di composti di zolfo che formano nubi di acido solforico che, con le temperature rigide, facilitano la distruzione della fascia di ozono ai Poli.

Gli aerosol di origine vulcanica sarebbero in grado di distruggere sino al 70% dell’ozono presente. Le nubi stratosferiche generate dai vulcani in inverno unitamente a quelle artiche primaverili sarebbero insomma in grado di nuocere gravemente alla nostra salute: i tumori della pelle potrebbero aumentare nettamente causa la sovraesposizione ai raggi ultravioletti.

L’eruzuine del Pinatubo nel 1991 causò un notevole assottigliamento della fascia d’ozono alle latitudini artiche.
Autore : Redazione